Benitez non stravolge il suo credo tattico e presenta il Napoli così come l’ha impostato a luglio, con le uniche novità di un centrocampista Dzemaili al fianco di Behrami per dare maggiore sostanza al centrocampo e preferisce Martens a Insigne, soltanto perché il belga nei rientri è più incontrista e può sfruttare la sua maggiore velocità rispetto allo scugnizzo napoletano. Dzemaili, è stato schierato da Rafa Benitez con compiti prettamente d’incontrista, per coprire al meglio la difesa azzurra, traballante nell’ultimo periodo. La partita preparata dal tecnico spagnolo è quella che ci si aspetta, un Napoli deciso, tonico aggressivo già dai primi minuti che non lascia spazio e profondità ai centrali di centrocampo inglesi, fra tutti Ozil. Il tecnico inglese studia il posizionamento dei centrali di centrocampo e obbliga la difesa al lancio lungo, portando un doppio calciatore sul portatore di palla azzurro. Nello scacchiere tattico Wenger lascia fare la prima mossa all’amico rivale Benitez, ma per la prima frazione di gioco, in virtù anche delle notizie che arrivano dal Velodrome di Marsiglia, fa sì che il Napoli non osa più di tanto. Nella seconda frazione di gioco, con il giusto cambio di Insigne che rileva Pandev, il tecnico partenopeo si gioca tutto con tre calciatori brevilinei bravi nel possesso palla e soprattutto capaci di cercare la superiorità numerica. La causa vera però è che il gioco proposto dal tecnico pluridecorato spagnolo porta sempre a giocare il Pipita spalle alla porta e non guardarla. Il gioco prodotto dal Napoli è soddisfacente, ma le palle gol nitide capitano sui piedi di calciatori che purtroppo tecnicamente non sono il top: Maggio e Armero e così anche quest’anno ci si ritrova a giocare in Europa League nonostante i dodici punti. Buona la prestazione di tutta la squadra, ma sulle righe R. Albiol soprattutto dopo le critiche ingiuste piovute addosso dopo la partita contro l’Udinese.
Nando Zanga