La mobilitazione internazionale per salvare Pompei e i beni culturali italiani

scavi

“Occorre favorire la creazione di una comunità globale a favore di Pompei, che aiuti a superare i limiti nazionali di una gestione che si manifesta sempre più inadeguata rispetto alle sfide della conservazione e valorizzazione dei beni culturali italiani”. L’idea in sostegno di Pompei, e più in generale dei beni culturali, arriva da Venezia, nell’ambito del “Primo Workshop italiano di Intelligenza Connettiva” dedicato a “Cultura e Hitech, valore per l’Italia”, tenutosi al “Telecom Future Centre” su iniziativa dell’Osservatorio TuttiMedia a cui aderiscono, Fieg, Fnsi, Upa, editori ed operatori dell’informazione.

“La dimensione universale del bene culturale, in questo caso Pompei, riconosciuto dall’Unesco, sito patrimonio dell’umanità – ha spiegato Antonio Irlando, responsabile dell’Osservatorio Patrimonio Culturale – motiva la mobilitazione e la partecipazione globale, che può essere favorita dall’utilizzo del web e delle tecnologie digitali per la creazione di una comunità informata e consapevole della necessità di porre argini al degrado dello straordinario patrimonio archeologico di Pompei”.

La Fondazione “Ugo Bordoni” ha offerto la propria disponibilità allo sviluppo di una rete di comunicazione per i beni culturali. “Condividiamo la proposta – ha affermato Alessandro Luciano, presidente FUB – e rendiamo disponibili le nostre competenze e la nostra piattaforma per lo sviluppo di un network che faccia interagire governi, organizzazioni e comunità internazionali disponibili a raccogliere l’impegno per i beni culturali italiani”.

“Si potrebbe partire da Facebook, ad esempio – è il pensiero del massmediologo Derrick de Kerckhove, direttore scientifico di Media Duemila – lanciando gruppi tipo “Gli amici della Domus X” degli scavi di Pompei. Si farebbe comunità, perché all’estero sono tanti gli amanti dei beni culturali italiani, e di lì il passo verso il “crowdfunding”, per la raccolta fondi, sarebbe breve. Anche in questo modo – conclude de Kerckhove – si può restaurare un monumento, ma il problema in Italia resta sempre il superamento dei muri della burocrazia”.

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