Innanzitutto perché un gruppo di giovani sceglie di appoggiare Uliano, già vicesindaco e assessore alle politiche sociali?
“Noi di Pompei Ora diamo il nostro pieno sostegno al nostro coordinatore Uliano perché, pur avendo fatto parte della classe politica cittadina, non ha mai partecipato ai giochi di Palazzo, ma ha agito per il bene della città, creando un servizio efficiente per i Pompeiani. Questa differenza si riflette anche nell’apertura di credito che ha dato a noi giovani, alle nostre idee, dando ad esse spazio e peso nonostante questa sia la nostra prima volta in politica”
Come nasce Pompei Ora e qual è il suo obiettivo?
“La nostra lista nasce grazie all’impegno di un gruppo affiatato di giovani professionisti e imprenditori, in particolare del settore florovivaistico. Si tratta di trentenni, finora estranei alla politica, che hanno deciso di mettersi in gioco per risolvere, attraverso un percorso politico, i problemi riguardanti le periferie e le attività produttive di Pompei”
Qual è a suo parere lo stato attuale di Pompei?
“Pompei è abbandonata a se stessa e non sfrutta le sue grandi potenzialità. Nonostante gli Scavi e il Santuario, Pompei non rientra tra le dieci città più visitate d’Italia e il marchio Pompei viene sfruttato in tutto il mondo meno che dai Pompeiani. Un paradosso ascrivibile alle diverse amministrazioni che non sono riuscite a esprimere la vocazione internazionale di Pompei, a differenza di quanto avviene per altri siti patrimonio dell’ UNESCO”
Qual è il vostro progetto per rilanciare Pompei?
“Noi di Pompei Ora puntiamo soprattutto sulle periferie e sulle attività produttive. Penso a via Fontanelle, in cui abito e dove è particolarmente radicato il nostro movimento. Nella nostra zona i cittadini sono vessati dall’eterno problema degli allagamenti, con una rete fognaria inesistente nonostante i soldi spesi. Per non parlare, ovviamente, delle strade dissestate e insicure o dei marciapiedi malridotti o assenti. Un discorso valido anche per via S. Antonio, Civita Giuliana, Croce di Paselle o Mariconda. Nè vanno dimenticati i problemi del centro ormai deserto dove le attività commerciali chiudono mentre flussi ingenti di persone si concentrano nel centro artificiale di Pompei, La Cartiera. Per questo dobbiamo puntare sul rilancio dei nostri settori caratterizzanti. Oltre al turismo noi miriamo al sostegno del comparto florovivaistico, punta di diamante della città, privo dei riconoscimenti dovuti. Non c’è un marchio di origine né una fiera dedicata che attesti gli sforzi dei nostri imprenditori costretti a realizzare prodotti di eccellenza tra difficoltà enormi”
Claudia Malafronte