Tutto l’intervento verrà a costare 250.000 € e il progetto esecutivo verrà affidato verosimilmente alla stessa ditta che si occupò del vecchio ampliamento della scuola di Arola, la ditta Sa.Ma di Melito di Napoli.
Dunque, lievita ancora il costo della scuola di Arola che sembra ormai un cantiere eternamente aperto. Già i lavori di Ampliamento infatti, per vicissitudini di carattere giudiziario, si protrassero ben oltre i limiti prefissati ,con disagi molto gravi per la scolaresca.
E quando furono finalmente ultimati si evidenziarono tutti i limiti di un progetto raffazzonato alla meglio. E cioè le aule insufficienti ad ospitare i piccoli della scuola materna e i più grandicelli delle medie, spesso allagate per le piogge e alunni costretti a fare lezione a turno persino nell’androne. Mancano inoltre le uscite di sicurezza, i bagni sono insufficienti e soprattutto non c’è una palestra nella quale fare attività fisica, svolta alla bell’e meglio nelle aule, tra i banchi, in condizioni di sicurezza precarie. Insomma una scuola assolutamente poco confortevole e inadeguata agli standard europei.
Oggi, finalmente, è il caso di dire, si interviene anche sull’area esterna che non si presenta meglio di quella interna e l’ulteriore aggravio per le casse pubbliche mette in rilievo la superficialità con la quale tutti i lavori sull’edificio sono stati affrontati nel tempo. Ogni giorno una toppa a coprire le magagne. Il progetto di ampliamento fu presentato e propinato agli Arolesi come la panacea che risolveva i mali di un dimensionamento scolastico accettato contro voglia da tutti i cittadini. Vennero diffusi rendering immaginifici, che mostravano vialetti allettanti tra romantiche vedute nel verde. Invece la “nuova” scuola si presentò da subito persino opprimente e poco ospitale. Tutto ciò nonostante i 900.000 € usciti dalle casse pubbliche.
Con i nuovi lavori prenderanno il volo altri 250.000 € e la cifra totale ormai ha largamente superato il milione di euro. Una cifra enorme se si valutano gli aspetti negativi che gli allievi dalle elementari alle materne quotidianamente vivono tra i banchi.
Maria D’Ordia