Pompei, La Cartiera. Tredici sedi Ascom Confcommercio chiedono il ripristino della legalità

Potrebbe essere definita la class action di un appello accorato. L’Ascom Confcommercio Pompei s’unisce alle sedi periferiche di dodici comuni limitrofi. Boscoreale, Castellammare di Stabia, Piano di Sorrento, Santa Maria La Carità, San Giuseppe Vesuviano, Scafati, Sorrento, Terzigno, Torre del Greco, Trecase, Vico Equense. Il circondario scende in campo e  l’obiettivo è preciso: chiedere il ripristino della legalità in merito al caso La Cartiera. La questione del centro commerciale, nato dalle ceneri dell’ex AtiCarta, non è per nulla assopita. cartieraEd è una vicenda complessa per più di un motivo. La Cartiera sarebbe dovuta sorgere dalla riconversione dei volumi preesistenti della fabbica dismessa.  In altre parole doveva trattarsi solo di una ristrutturazione di ciò che già esisteva. Ma invece molto è stato edificato dal nulla in barba al vincolo imposto. Poi c’è la sentenza del Consiglio di Stato del 22 gennaio 2013 che, accogliendo l’appello della Oplonti srl (società proprietaria del centro commerciale che sorgerà a Torre Annunziata in via Traversa Adinolfi), dichiarava abusiva La Cartiera. Nel documento del CdS le motivazioni della sentenza sono così spiegate: “
Nonostante la non conformità urbanistica ed edilizia dell’intervento La Cartiera aveva ottenuto tutti i titoli abilitativi. In particolare, il Comune aveva rilasciato alla società Fergos un’autorizzazione per ristrutturazione edilizia che maschera in realtà un intervento di nuova costruzione”. E ancora: “Il progetto non era stato sottoposto alla verifica di assoggettabilità a V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale), così come prescritto dall’art. 20 del d.lg. n. 152/2006”. E poi, a conclusione: “Non ci sono autorizzazioni paesaggistiche; l’area sulla quale insiste la Cartiera è classificata  come zona industriale e quindi non è consentita la destinazione commerciale; le autorizzazioni per l’avvio di grandi strutture di vendita presuppongono conformità urbanistiche che non sussistono per l’opera in questione”.

Parole precise. Sentenza chiara ma che resta, a tutt’oggi, inapplicata. Un’anomalia che stride agli occhi non solo dei pompeiani a quanto pare. Perchè nella battaglia per il rispetto della legalità partita da Pompei, sono scese in campo anche le sedi  Ascom Confocommercio di dodici comuni limitrofi. Una partecipazione allargata che induce a riflettere. 1503311_10153584326465223_1989976960_n“Legalità e certezza del diritto sono vitali per le nostre attività e i nostri investimenti, ma ci sono negate”. Queste alcune della parole del manifesto diffuso dalle sedi Ascom Confcommercio che hanno aderito all’iniziativa. Rispetto della legalità come punto di partenza per la rinascita commerciale. Questo in sintesi il messaggio finale. Ed è una richiesta precisa che arriva in un momento storico durissimo per l’intera Nazione. Ma partire dalla tutela delle realtà locali forse è proprio ciò che serve per ricomiciare.

Marianna Di Paolo

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