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Time premia il Papa che ha cambiato la “musica”

papa_40Ha parlato forte e chiaro già dalla prima sera che si è affacciato da San Pietro. Ha continuato a farlo in tanti modi che affascinano il mondo. Predica e twitta: parla al mondo di chi ama: Gesù. Si chiama come il frate di Assisi e di lui ricorda la necessità di una chiesa che sia in periferia e per gli ultimi.

Oggi Pope Francis è “l’uomo dell’anno” secondo la rivista americana Time.
“Papa Bergoglio in un anno ha fatto una cosa notevole – ha spiegato il direttore Nancy Gibbs – non ha cambiato solo le parole, ha cambiato la musica”.

Soddisfazione in Vaticano nelle parole di padre Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede: “E’ un segno positivo che uno dei riconoscimenti più prestigiosi nell’ambito della stampa internazionale, sia attribuito a chi annuncia nel mondo valori spirituali, religiosi e morali e parla efficacemente in favore della pace e di una maggiore giustizia”.

Papa Francesco è colui che recentemente ha scritto nell’esortazione apostolica queste precise indicazioni: “Spero che tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno – ha scritto il Papa con estrema chiarezza- Ora non ci serve una «semplice amministrazione».Costituiamoci in tutte le regioni della terra in un «stato permanente di missione”.

E per chi ancora non avesse capito il cambiamento della “musica” ha aggiunto: “Ci sono strutture ecclesiali che possono arrivare a condizionare un dinamismo evangelizzatore; ugualmente, le buone strutture servono quando c’è una vita che le anima, le sostiene e le giudica. Senza vita nuova e autentico spirito evangelico, senza “fedeltà della Chiesa alla propria vocazione”, qualsiasi nuova struttura si corrompe in poco tempo”.
Ma Papa Francesco ha insistito con la chiarezza e in un linguaggio inequivocabile…” La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle proprie comunità”.

Gli americani hanno capito Papa Francesco e lo hanno premiato. La gente, nella gravissima crisi epocale che viviamo ha “fame” delle sue parole e della sua testimonianza. Lo capiscono e lo seguono in tantissimi. Ma i risultati duraturi e diffusi si ottengono non con le adunanze globali intorno alla parola del Papa, ma soltanto se si moltiplicano i “Francesco” dove viviamo, tra i sacerdoti e nelle comunità laiche di persone.
Antonio Irlando

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