Boscoreale: feste avvelenate dalla Tares

boscorealeSe i boschesi avessero potuto scrive una “letterina” a Babbo Natale o alla Befana (se ancora eventualmente vi fosse qualcuno che crede alle favole) quest’anno avrebbero certamente chiesto il dono di non far arrivare il conguaglio Tares ovvero la «Tariffa Rifiuti E Servizi», introdotta dal Governo Monti, due anni fa, con il cosiddetto «Decreto salva Italia».

In effetti si tratta non di una nuova tassa ma di una imposta che rivede il contributo dei cittadini dovuto per la raccolta dei rifiuti in base alla superficie degli immobili.

L’aumento dei costi è derivato dal fatto che i comuni devono coprire il 100 per cento della spesa per il servizio raccolta invece che il 70 per cento come avveniva per gli anni passati, in quanto la restante percentuale veniva coperta da trasferimenti statali. Al di là di ogni spiegazione scientifica, però, ci sono due cose difficili da digerire. Innanzitutto il costo elevatissimo dell’imposta che va a massacrare il già pessimo bilancio di tante famiglie in cui ci sono disoccupati, licenziati e cassintegrati. Per tutto questo, va già messo in conto il mancato pagamento da parte di chi ogni giorno è costretto a far quadrare il magro bilancio, nonostante il sindaco Balzano e la sua maggioranza, proprio per agevolare la cittadinanza, hanno disposto la suddivisione in due rate della forte somma.
Poi, ed è quello che si fa notare ancora di più da parte dei cittadini, c’è la presenza costante di cartacce e spazzatura nelle strade. Vale a dire che nonostante la spesa Boscoreale non si presenta pulita come dovrebbe essere a fronte di tante tasse.

Il problema, dicono i politici, è che la società che gestisce la pulizia ha carenza di mano d’opera. Il che tradotto in parole povere significa che non ci sono spazzini (o operatori ecologici, come si dice adesso) a sufficienza per intervenire sull’intero reticolo delle strade cittadine. Una carenza d’ organico che non può nemmeno essere tamponata perché bisogna rispettare la legge che non consente assunzioni. Insomma, è come dire che il «cane si morde la coda».

Ma va anche detto che, spesso, il cittadino – o almeno alcuni tra essi – ha poco o nessun rispetto del decoro urbano e non è restio dall’abbandonare per strada cartacce, stracci e quant’altro. E, tuttavia, dicono a Palazzo, che un piano per tentare di limitare l’abbandono dei rifiuti per strada è in fase avanzata di realizzazione: prima della seconda metà del prossimo anno – salvo imprevisti o ritardi – dovrebbe andare in funzione un nuovo meccanismo: chi fa la raccolta differenziata “spinta” e deposita i suoi rifiuti (carta, plastica, metallo) all’ Isola ecologica di Ambiente Reale, avrà un bonus a seconda della quantità e della qualità dei rifiuti. Ovvero, potrà risparmiare sulla Tares oppure spendere quei “punti” in negozi convenzionati. Funzionerà? Per saperlo basterà aspettare: certo è che quando si tratterà di risparmiare nessuno oserà buttare in strada rifiuti che valgono oro.

Enrico Guastafierro

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