“Il dolore non chiude per ferie”. Questa una delle frasi che sintetizza al meglio il motivo della protesta di S. Stefano. Alcuni cittadini, molti dei quali membri del comitato civico cimitero “Dignità e Memoria”, si sono dati appuntamento stamane all’ingresso del camposanto. E l’evidenza si è palesata subito agli occhi dei più: i cancelli erano chiusi. Un dato di fatto che ha impedito a quanti lo desiderassero di omaggiare la memoria dei propri cari. La gestione cimiteriale affidata alla Mirca s.a.s ha deciso di chiudere i battenti per il 26 dicembre. E lo farà anche per il 1° gennaio. Disposizioni che non hanno mancato di suscitare aspre polemiche fra i cittadini. Perché se è vero che molti vivono a Pompei, si sarebbe dovuto pensare anche a tutti coloro che abitano lontano dalla città d’origine e che avrebbero voluto profittare delle festività per recarsi dai propri defunti che riposano nella città mariana. Ipotesi legittima che è stata evidentemente trascurata sia dall’ente comunale che dalla Mirca s.a.s. Eppure in data 20/12/2013 il comitato cimitero “Dignità e Memoria” aveva inoltrato al comune di Pompei una richiesta di apertura straordinaria del cimitero per i giorni 26 dicembre 2013 e 1 gennaio 2014. Il documento, nel quale s’ auspicava un sensibile e solerte riscontro, si concludeva a firma di Pasquale Cascone, presidente del comitato. Oggi invece l’amara verità. Sbarrati i cancelli del cimitero di Pompei. Un boccone amaro da mandar giù se si pensa che, a parità di festività, i cimiteri di Boscoreale e Torre Annunziata erano invece aperti.
Una protesta, quella di stamane, per chiedere maggiore sensibilità d’azione quando di mezzo ci sono i defunti. Un rispetto dovuto che prescinde dalle logiche del business. E proprio in queste ore sono in tanti a chiedersi se le cose sarebbero andate allo stesso modo con una gestione comunale del camposanto.
Marianna Di Paolo