Fuochi illegali e primi incidenti. A Pomigliano d’Arco 2,4 tonnellate di fuochi sequestrati

botti illegali

Fuochi illegali e primi incidenti. Mancano ormai pochi giorni al capodanno e la guerra dei botti illegali è già cominciata e purtroppo comincia la conta dei danni e delle vittime.

Tre persone, ora ai domiciliari, sono state arrestate per fabbricazione e detenzione illegale di fuochi illegali a Pomigliano d’Arco. Gli uomini dell’Arma hanno sorpreso i tre giovani, di 24, 23 e 19 anni a confezionare fuochi di artificio e ordigni eplosivi artigianali all’interno di un laboratorio improvvisato adiacente a un deposito attrezzato sotto i locali di una pizzeria nelle immediate adiacenze di alcune case in via Nazionale delle Puglie.

Durante la perquisizione sono state sequestrate 2,4 tonnellate di fuochi illegali. Durante la rimozione dei petardi, in via precauzionale, sono stati allontanate le famiglie residenti nello stabile.

I tre sono stati pedinati per alcuni giorni prima del blitz. Stavano confezionando pericolosi botti artigianali che sarebbero finiti sulle bancarelle che stanno sorgendo e sorgeranno nei prossimi giorni in vista della notte del 31 dicembre. L’operazione è stata pianificata ed eseguita dai carabinieri di San Sebastiano al Vesuvio, agli ordini del maresciallo Giuseppe Tamburrano, tra Massa di Somma, Pomigliano d’Arco e Somma Vesuviana.

Tra gli arrestati anche il proprietario del ristorante, che è stato inevitabilmente sequestrato. Gli altri due giovani finiti in manette, sono entrambi di Massa di Somma ed erano già noti alle forze dell’ordine per reati della stessa natura.

Nonostante sapessero ciò che presumibilmente avrebbero rinvenuto all’atto dell’irruzione, gli stessi carabinieri sono restati sbalorditi dall’entità della santabarbara: nel locale erano infatti custoditi 57mila “rendini”, 1.420 “cipolle”; 25 bombe di IV categoria, tre batterie napoletane, 100 micce artigianali oltre a dieci chili 10 kg di polvere pirica e materiale vario per confezionamento come la carta da imballaggio.

Sfiorata intanto la tragedia a Baiano, in provincia di Avellino, quando durante la tradizionale festa del Maio, l’albero votivo che la sera di Natale viene portato in piazza Santo Stefano, protettore del paese, accompagnato da spari di carabine a salve e fuochi d’artificio, autorizzati e non, è esploso uno zainetto pieno di fuochi d’artificio.

Durante il percorso, una scintilla provocata dai botti lanciati è finita nello zaino di Giuseppe Lippiello, 23 anni, facendo esplodere i fuochi artificiali che il giovane vi custodiva. La deflagrazione è stata violenta e ha scagliato Lippiello ad una decina di metri di distanza dove, ferito, è stato soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale a Napoli. I sanitari del Cardarelli hanno tentato di evitare l’amputazione dell’arto che nella esplosione è però rimasto maciullato.

Non destano preoccupazione le condizioni degli altri due feriti coinvolti nell’esplosione: Salvatore Crisci e Pellegrino Alaia sono stati medicati e dimessi con prognosi di pochi giorni. Dopo l’incidente le forze dell’ordine hanno anche sequestrato 800 botti proibiti e quantitativi illegalmente detenuti di polvere pirica.

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