Al momento tanta paura e pochissimi i danni sia materiali che agli abitanti dell’area interessata dagli sciami sismici che hanno visto come massimo fenomeno tellurico quello di magnitudo 4.9 registrata tra le province di Caserta e Benevento. La scossa, rileva l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è stata registrata alle 18.08 a una profondità di 10,5 km.
Una prima scossa, di magnitudo 2.7, si era registrata alle 18:03:25 con epicentro a Piedimonte Matese. La seconda, quella più forte appunto, a ridosso del Matese, a cinque, sei chilometri dai centri di San Potito Sannitico, San Gregorio Matese e Castello del Matese.
Tanta paura a Benevento. Centinaia di chiamate sono arrivate ai vigili del fuoco del comando provinciale di Benevento, ai quali, al momento, non risultano danni né feriti. Il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, ha convocato una riunione del Centro operativo comunale di Protezione civile, per fare il punto su eventuali conseguenze della scossa di terremoto. Non risultano al momento danni a persone o cose, solo grande paura tra la cittadinanza. Molte persone sono ancora in strada dopo essere uscite dalle abitazioni al momento della scossa.
Panico anche a Napoli. Molte persone, in diversi quartieri della città, si sono riversati in strada. La scossa è stata avvertita in particolare ai piani alti delle abitazioni. Tante le chiamate arrivate alla sala operativa dei vigili del fuoco di Napoli. Al momento non risultano danni.
La gente impaurita è scesa in strada nella provincia di Caserta, nel capoluogo e in Irpinia. Un uomo a Maddaloni, in preda al panico, ha riportato lievi ferite per essere saltato da una finestra al piano rialzato della propria abitazione. Lievi danni ad una chiesa di San Gregorio Matese . All’evento sono poi seguite altre repliche di magnitudo inferiore.
L’area dell’epicentro è notoriamente sismica. Lo ha confermato anche Marcello Martini, sismologo dell’Osservatorio Vesuviano e già direttore della struttura che ha aggiunto: “Il sisma è stato avvertito in maniera sensibile anche a Napoli essendosi verificato a un livello superficiale”.
Interventi dei Vigili del Fuoco per le porte chiuse per la fuga dagli appartamenti che poi hanno lasciato i proprietari fuori perché sforniti delle chiavi per rientrare e per per persone bloccate in ascensore.
Una riunione d’urgenza è stata convocata questa sera in prefettura per fare il punto e monitorare la situazione, mentre la Protezione civile della Regione Campania sta effettuando un monitoraggio del territorio per verificare se vi siano danni. L’assessore Edoardo Cosenza, dalla Sala operativa, è in continuo contatto con i prefetti di Caserta e di Benevento, con Guido Parisi, direttore regionale dei Vigili del fuoco e con il governatore Stefano Caldoro. Allo stesso tempo tutti i sindaci dei comuni dell’area interessata dal sisma sono in contatto con la Sala operativa.
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris su Twitter: «Al momento non si registrano danni a persone o cose. Utilizziamo i cellulari solo come estrema necessità per qualche ora». Un messaggio, quello del primo cittadino partenopeo che apre un interrogativo: è mai possibile che in Italia, nel 2014, ancora le reti mobili non supportano un picco di telefonate? In caso di reali necessità, chi dovesse trovarsi realmente in pericolo di vita si troverebbe totalmente isolato dal mondo e buonanotte alla tecnologia ed ai cellulari di ultima generazione. In effetti le reti telefoniche sono rimaste praticamente inassessibili per tutta la serata.
«In Campania ci sono 4608 scuole, 259 ospedali e 865.778 edifici, pubblici e privati, in zone a elevato rischio sismico. Ma realmente non sappiamo lo stato di salute dei nostri centri storici. Ecco perché nei comuni del terromoto vanno immediatamente eseguiti degli attenti sopralluoghi specialmente per quel che riguarda gli edifici sensibili. Al momento tali sopralluoghi sono in fase di svolgimento anche grazie ai volontari messi a disposizione dell’Ordine regionale dei geologi.
Sisma è stato avvertito anche nel Lazio: in particolare a Frosinone, in Ciociaria, a Cassino e Sora.
Scene di panico anche nel Molise: i turisti presenti nella località sciistica di Campitello Matese si sono riversati sui piazzali degli alberghi. La scossa è stata talmente forte da essere avvertita anche a Roma, dove sono state diverse le segnalazioni al 113, e in Ciociaria.
Nelle strade affollate dello shopping a Napoli il passaparola è stato immediato. Tra le persone scese in strada anche turisti spaventati che si trovavano in albergo per i giorni di Capodanno. Sono stati subito attivati dalla Protezione Civile della Campania i Centri di coordinamento soccorsi presso le Prefetture di Napoli, Caserta e Benevento mentre soprattutto nei centri più isolati delle zone colpite i carabinieri hanno dato sostegno alla popolazione, in particolare ai più anziani. Nel Sannio, in diversi centri, si sono riviste scene che hanno richiamato alla memoria il dramma del 1980. Tra i più giovani, qualcuno che non aveva mai vissuto l’esperienza di una scossa ha chiesto ai più anziani: ”Ma quella volta andò proprio così?”.
In strada, l’unica via di fuga dalle case e dalla paura è stata proprio la strada. In provincia di Napoli è rientrato un falso allarme legato alle lesioni di un vecchio stabile in via Nazionale delle Puglie a Casoria. Si temeva che fosse pericolante in seguito alla scossa di stasera ma si è accertato che erano preesistenti all’episodio di oggi. E intanto i geologi campani rilanciano l’allarme. Lo fa Francesco Peduto, presidente regionale: ”Occorre al più presto rendere operativi i piani di Protezione civile comunali e istituire il fascicolo di fabbricato”.
Il terremoto che ha colpito la Campania oggi, fra le province di Caserta e Benevento, è stato causato dallo stesso meccanismo alla base del recente sisma avvenuto a Gubbio, e a L’Aquila nel 2009. Così ha spiegato l’Ing. Alberto Michelini, direttore del Centro Nazionale Terremoti che ha aggiunto che lo sciame sismico è stato causato dall’estensione dell’Appennino: come se il Tirreno si stesse allontanando dall’Adriatico, un fenomeno che fa parte della geodinamica dell’Appennino.