Pompei, conclusa l’epopea dalessiana. Sindaco sfiduciato. Si guarda al futuro

Un foglio, una penna o forse più di una, e quattordici uomini che firmano. E il risultato è la sfiducia a Claudio D’Alessio, sindaco di Pompei fino alla vigilia dell’Epifania. Il documento è stato siglato nel pomeriggio del 05 gennaio 2014. L’anno nuovo ha riservato una sorpresa amara per l’ex primo cittadino. La notizia di una imminente sfiducia circolava da alcuni giorni con insistenza. E nel tamtam di conferme e smentite a denti stretti è arrivata la svolta decisiva.

claudio d'alessioL’era dalessiana si è conclusa. A firmare l’atto di sfiducia i consiglieri d’opposizione Alfredo Allaria, Luigi Amitrano, Giuseppe Arpaia, Alfredo Benincasa, Maurizio Cipriano, Raffaele De Gennaro, Giuseppe Del Regno, Michele Genovese e Alberto Robetti.  A questi nomi si sono uniti quelli  di Raffaele Marra, Carmine Cirillo, Alfonso Conforti, Attilio Malafronte e Raffaele Luigi Matrone. A voltare le spalle al sindaco dunque anche alcuni dei suoi fedelissimi consiglieri di maggioranza. Chissà cosa avrà pensato il buon d’Alessio quando ha appreso che a tradirlo era stato pure, per usare una metafora, il sangue del suo sangue.

Tanti devono essere stati i pensieri affacciatisi nella mente del primo cittadino, oramai ex. Con D’Alessio silurato a suon di firme si chiude un cerchio che parte dal lontano del 2004, quando l’avvocato pompeiano fu eletto sindaco conquistando il 69,9% al ballottaggio. Un gradimento riconfermato dai cittadini nel 2009 quando fu scelto ancora per lo stesso mandato. Fiducia bis dunque per Claudio D’Alessio. Poi il sogno si è infranto e l’idillio con la cittadinanza si è interrotto.

Un’ammirazione iniziale trasformatasi via via in delusione. Nel mezzo, vane promesse e diverse scelte inopportune per il bene della collettività. Un copione sicuramente diffuso anche in altre realtà comunali. Ma quando si arriva a sfiduciare un sindaco, quasi sempre è perché la misura è colma. L’ammutinamento made in Pompei è apparso agli occhi di alcuni  tardivo. In effetti pochi mesi mancano alle amministrative di maggio 2014. Ma in certi casi bisogna guardare al risultato finale. E anche se tardi, meglio che niente sicuramente. Tre mesi sono pochi ma possono essere tanti se ci si ostina a seguire la linea dei colpi duri alla città.

Salvo cambi di programma  (in politica nulla si esclude), martedì mattina il documento di sfiducia verrà formalmente protocollato presso la segreteria generale del Comune. Un atto dovuto come previsto dalla legge. L’epopea dalessiana si è conclusa e Pompei guarda al futuro. Intanto la campagna elettorale corre veloce in vista delle amministrative 2014. Nomi e simboli impazzano rimandando all’idea di una città tutta da reinventare. E fra l’inizio e la fine, di mezzo c’è sempre un durante. E per Pompei l’intermezzo avrà il volto dei commissari prefettizi.

Marianna Di Paolo

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