La manifestazione, nata con l’intento di arginare la speculazione mediatica sulla cosiddetta “Terra dei Fuochi”, è stata sostenuta da vivai e aziende locali, e patrocinata dal Comune di Acerra. In tanti hanno fatto la fila per degustare i cibi e tra i visitatori d’eccezione anche il vescovo di Acerra Monsignor Antonio Di Donna, in coda con gli altri per degustare un gateau di patate.
«La battaglia ambientale deve essere fatta da tutti – ha spiegato il sindaco di Acerra Raffaele Lettieri -, i produttori agricoli sono scesi in campo per chiedere la tracciabilità dei prodotti agricoli, vogliono andare sul mercato con tutte le garanzie di salubrità e le certificazioni, per mettere da parte il mercato parallelo. Stasera mi sento incoraggiato, – ha continuato il primo cittadino – la comunità che partecipa, l’associazione degli agricoltori che ci chiede aiuto: sono un sintomo di verità. Vogliamo chiarezza sulle analisi, sì ai controlli sul nostro territorio, sui suoli e sui prodotti a garanzia della salute».
«Dal peccato nasce la grazia – ha detto Monsignor Di Donna -. Chissà se da questa catastrofe umanitaria può nascere il bene. Acerra è ricca di terreni sani e gli agricoltori sono disposti a fare tutti i controlli. La strada è sicuramente in salita ma ben vengano i controlli se serve a riscattare la terra di Acerra. Si sta reagendo, io vedo un forte segnale. Gli agricoltori locali hanno capito una grande cosa, i contadini sono sempre stati grandi lavoratori, ma spesso sono rimasti chiusi, isolati. Adesso si sono messi insieme, hanno accettato un codice comune e la Chiesa li appoggia perché meritano un’occasione di riscatto. Sono qui per loro – ha concluso il Vescovo –, se necessario per dare voce a chi non l’ha. Questa sia l’occasione per iniziare daccapo».
«Finalmente le istituzioni hanno smesso di tacere – ha spiegato Paolo Petrella dell’associazione Ari.Amo -, venti anni sono stati troppi, adesso con il decreto legge “Terra dei Fuochi” hanno promesso che faranno tutto in 150 giorni. Le istituzioni hanno i mezzi tecnici per poter controllare in brevissimo tutti i siti e scoprire quali sono contaminati, noi abbiamo i cancelli delle nostre aziende aperti perché vogliamo favorire la sicurezza alimentare. Ci sono tante idee per recuperare i siti inquinati».
«Vogliamo verità per poter accertare quali mosse intravedere per il futuro – ha spiegato Filippo Castaldo, presidente dell’associazione Ari.Amo – Si sa che le problematiche maggiori riguardano la contea Curcio e zona Calabricito. Vogliamo una mappatura, ma bisogna fare presto. Le campagne agricole sono imminenti».