“Devo assolutamente mettermi a dieta” , “ho deciso voglio perdere almeno dieci kg in un mese”.
Queste ed altre sono forse le frasi più ricorrenti di una sala d’attesa del medico di famiglia, del chiacchiericcio tra colleghe o tra mamme fuori da una scuola, della spesa fatta al mercato o in palestra mentre si fa sport .Il desiderio di dimagrire può rappresentare un importante punto di partenza o la giusta motivazione che può consentirci di raggiungere, in tempi brevi, il nostro obiettivo e al tempo stesso l’ostacolo, la paura che tradotti in angoscia spingono ad improvvisati “fai da te” drastici e deleteri per il nostro metabolismo e sopratutto per la nostra salute. Si ma come fare? le paure, i dubbi, le incertezze, lo scoraggiamento divengono parte integrante del nostro essere: prima tra tutte la paura di “soffrire i morsi della fame”; si perché la fame ,questo stimolo doloroso rappresenta il più delle volte la causa principale del fallimento di una dieta. Negli anni radio, tv, ed internet ci hanno nutrito dell’ idea che diete drastiche, dimagrimento rapido, digiuni , diete dell’ananas o del limone, diete dukan e proteiche varie rappresentassero il giusto compromesso sacrificio/risultato tali da rendere possibili in brevissimo tempo perdita rapida dei kili accumulati negli anni,magari solo dai fianchi, la breve l’utopia dell’esser migliorati e che in seguito presenta il conto raddoppiando o addirittura triplicando i kili persi.
Ci appassiona la visione pessimistica della dieta, questo “drago” da affrontare e distruggere , questi mulini al vento da inseguire e combattere e che al contempo nonostante la nostra forza quasi vichinga e i nostri sforzi bellicosi ,non ci consentono mai di ottener alcuna vittoria. Il risultato migliore si ottiene rivestendoci della giusta armatura, modificando radicalmente il nostro modo di concepire non tanto la dieta ma la nutrizione intesa come profonda conoscenza di ciò che mangiamo, del perchè mangiamo, di quali possano essere le giuste combinazioni alimentari e al contempo di cosa possano provocare gli errati abbinamenti; la dieta non deve essere percepita come forma momentanea, ma come abitudine quotidiana , non deve essere un soffrire la fame oggi per perdere quel kilo di troppo e possibilmente in fretta per poi poter mangiare a sbafo nei fine settimana; la dieta non è mangiare solo proteine con la speranza di dimagrire più in fretta, la dieta non è frequentare la palestra uno o due mesi mangiando poco e nulla e poi sentirsi male, non è dimagrire otto o dieci kili in un mese per rientrare in un vestito perché costretti ad andare ad un’improvvisa cerimonia, la dieta non deve essere sofferenza o privazione ma deve rappresentare la trasformazione radicale nel nostro stile di vita, è e deve essere intesa come giusta forma di nutrimento, deve consentirci di godere nella maniera più giusta del cibo e delle sue innumerevoli combinazioni e sapori, la dieta deve essere occasione per stare insieme, consapevolezza e cultura di ciò che si mangia.
E’ fondamentale imparare a nutrirci nella maniera più corretta e abbandonare la concezione della dieta come circostanza momentanea la quale rappresenta il preludio all’immediato fallimento; due, dieci o venti kili persi saranno nulla se durante il percorso non avremo preso coscienza di cosa significa dimagrire con gusto. L’idea del dimagrimento qualitativo è nata dall’insana concezione che la bilancia rappresenti da sola, un giusto indicatore del nostro stato di salute; la stessa che negli anni ha creato nelle menti di giovani e meno giovani l’ errata convinzione che la riduzione di peso corporeo fosse legata solo ed esclusivamente alla perdita del grasso viscerale e sottocutaneo. In realtà c’è tanto altro che va via. Siamo stati creati in maniera tanto perfetta da avere cellule che lavorano nella produzione e consumo di energia mediante innumerevoli reazioni metaboliche come ad esempio le cellule muscolari parte integrante di quella che oggi definiamo massa magra e al contempo cellule che ,ove necessario, immagazzinano grasso utilizzato successivamente ,ove richiesto, nei sempre più rari momenti di deficit nutrizionali, ruolo che viene svolto dalle cellule adipose o massa grassa.
Quando si intraprende un percorso nutrizionale,a seconda delle opzioni possiamo: mirare alla perdita di cellule muscolari che hanno come abbiamo visto, il compito di produrre e bruciare energia o alla perdita di quelle che immagazzinano grasso (l’adipe). Il 95% delle persone inconsapevolmente opta per la prima scelta il restante 5 % sceglie di dimagrire in maniera mirata e corretta.
Nel primo caso la perdita di massa magra e quindi di massa muscolare determinerà il rallentamento del metabolismo con riduzione del dispendio calorico, difficoltà a perdere peso dopo i primi kili persi anche rapidamente e successivo e rapido riacquisto del iniziale peso corporeo.
Nel secondo caso il dimagrimento qualitativo ci consentirà: la perdita esclusiva di massa grassa, riduzione della circonferenza vita e quindi del grasso viscerale che rispetto a quello sottocutaneo correla maggiormente col rischio cardiovascolare, mantenimento della massa muscolare e quindi stabilità nel metabolismo e nel dispendio calorico e successivo mantenimento nel “tempo” dei kili persi.
Dimagrire con gusto dovrà prevedere un dimagrimento di qualità finalizzato al mantenimento della massa muscolare evitando l’effetto deperimento (faccia e aspetto emaciato), dovrà inoltre consentire la possibilità di nutrirci in maniera sana, corretta e piacevole evitando in questo modo i dolorosi morsi della fame.
A presto
Dr. Vincenzo Ciaravolo nutrizionista biologo