Cuomo gli ha consegnato le deleghe delle Finanze e delle Partecipate, praticamente il “cuore” dell’amministrazione di un ente in mano all’inventore della “Finanza Creativa Stabiese”, uomo davanti al quale finanche Tremonti potrebbe arrossire. Poi la squadra, il criterio? Molto semplice, 1(uno) assessore per ogni 2 (due) consiglieri e la giunta è fatta. Ma i conti, evidentemente non tornano, il motivo è presto chiaro; il sindaco ha nominato almeno 4 (quattro) assessori, di cui due tecnici, quali uomini di propria fiducia, mentre gli altri risultano assegnati secondo il criterio di cui in premessa.
Queste scelte generano, sin da allora, malcontento e malumore, mentre cominciano a fischiargli le orecchie, e non solo, intanto che, prima nell’ambito della maggioranza ed a ruota nel proprio partito, inizia una fibrillazione in costante aumento fino alla celebrazione del congresso cittadino del partito democratico. Per un congresso che doveva essere celebrato all’insegna del cambiamento purtroppo, per coloro ci avevano creduto, le cose vanno in maniera diversa, i signori delle tessere fanno incetta di adesioni, voti e consensi, così accadeva esattamente quello che gli stessi (o quasi) biasimavano quando accadeva nei partiti politici agli albori degli anni 80’, la famosa catena di sant’Antonio. Oggi di diverso il sistema e la composizione delle liste, mentre all’epoca si votava anche con la preferenza (panachage) oggi il nuovo (P.D.) ha votato solo con la lista rigidamente bloccata, con candidati di estrazione solo, ed esclusivamente, familiare e/o affini, quindi di comprovata affidabilità (previo dissesto e sfascio per le famiglie). Cose che finanche ai tempi della peggiore D.C. nessuno si sarebbe mai sognato di “collocare”, oltre che se stesso, all’interno di un direttivo moglie, figlia, genero, nipote, genitore, cognato ed acquisiti. Neppure l’alta cultura dittatoriale di Saddam aveva mai sofferto di queste turbe, dal complesso di Edipo alla Sindrome di Stoccolma passando per riunioni-terapia di gruppo, e volendo, si riesce a trovare di tutto e di più.
La conferma di “questo strano modo di fare” è sicuramente la cena organizzata, presso un noto hotel del salernitano, dai capifazione dei due schieramenti contrapposti nella fase congressuale che, regolati dal segretario regionale in pectore, riescono a trovare un equilibrio che, anche se precario, possa impedire a “Qualcuno di volare sul nido del Cuculo”. Ma in disparte le battute alla celluloide, quanto accaduto mercoledì 8 gennaio u.s. sulla sede del P.D. stabiese resta comunque grave, nonostante il volenteroso, ma vanaglorioso, tentativo di scaricare il contenuto di un “Canadair” su quanto accaduto, pur di salvaguardare le apparenze a scapito della di una verità storica. Adesso non è più il caso che nessuno taccia, chi sa parli, anche perché questo clima omertoso che si respira sulla sede del P.D. è utile solo a coloro che hanno fatto in modo che accadesse. Il cosiddetto “regolamento di conti” con spintoni (schiaffi), abbracci e baci, conditi da cotillons (epiteti ornamentali di “Folidi” foni) non resta grave per il motivo che ne ha scatenato il verificarsi, ma è gravissimo per le ripercussioni, in termini di clima, che ha creato all’interno di un contesto dove si dovrebbe decidere, attraverso un democratico e ragionevole confronto di idee e progetti, lo sviluppo per il futuro di una città che in questo particolare momento sta vivendo un gravissimo dramma politico-amministrativo e sociale. Basta con le minacce di richiedere “azioni di responsabilità”per le gestioni al Solaro, minacce alle quali si risponde (sempre strumentalmente) con la richiesta di varare una delibera per “l’acqua pubblica” solo perché, corre voce, il P.D. avrebbe inserito la figlia di un maggiorente del partito nella Gori.
Quello che preoccupa di più gli stabiesi è la completa assenza di un dialogo-confronto serio e propositivo all’interno del maggiore partito della città e della coalizione, situazione che si riverbera negativamente per l’immagine di un primo cittadino, sicuramente persona onesta e per bene, che non riesce a dare una inversione di tendenza necessaria per non lasciare affogare definitivamente Castellammare. La città è in ginocchio, la propria economia (P.I.L.) si sostiene solo in virtù di quanto producono i piccoli imprenditori, i dipendenti dello stato, i pensionati, gli ammortizzatori sociali ed il commercio, per il resto mai, come oggi, si è toccato proprio il fondo. I cittadini si chiedono: ma è possibile che questi gruppi di famiglie non pensino a tutelare gli interessi della città, dei cittadini e dei lavoratori di Terme (indotto compreso) ma solo a continuare e perseverare nelle loro MARASCAlzonate?
Castellammare di Stabia lì 12 Gennaio 2014
VERCINGETORIX