Giovane di Scafati sventa il suicidio di una donna romana grazie a Facebook

messaggioCari amici, grazie di cuore per esservi preoccupati per me, ma la mia intenzione di sparire per sempre non cambia…Non cambia perché le parole purtroppo non possono cancellare l’infanzia e l’adolescenza che non ho potuto vivere a causa dei troppi problemi familiari, non cambia la mia vita di disoccupata e di persona sola.
Non cambia niente nonostante da anni io abbia tentato di tutto per farle cambiare…a questo punto basta!!! Basta perchè la corda daje e daje si spezza, e la mia si è spezzata già da tempo…Inutili anche le parole di psicologi o pseudopsicologi “sei tu che devi cambiare il modo di vedere la vita”, perché è la vita che mi ha sempre preso a bastonate, e se io esco con il sorriso sulle labbra non è che le bollette si pagano da sole…Inutili anche le parole di chi conosceva già da tempo la mia terribile situazione ma non ha fatto niente per me…Inutili le parole di chi mi dice “andrà meglio devi pazientare”, dette da persone che hanno una famiglia intera e sana alle spalle, che hanno un lavoro e dei figli. ECCO, IO NON HO NULLA DI TUTTO CIO’ e preferisco andarmene con dignità, L’UNICA COSA CHE MI E’ RIMASTA”

Questo il testo integrale e le parole che hanno turbato in questo sabato pomeriggio gli amici del profilo Facebook di Clara, donna quarantenne di Roma, che, condividendo sulla sua bacheca questo suo status personale, spegne il telefono cellulare e si rende irreperibile.

Sabato 18 Gennaio che trascorreva tranquillo per Giuseppe, giovane scafatese, fino a che non ha notato l’inquietante messaggio sulla sua homepage. Giuseppe non conosceva Clara da vicino, ma, leggendo le sue parole, non è rimasto impassibile ed ha subito chiamato il 113 mettendosi in contatto con la centrale operativa della Polizia di Stato di Napoli cercando di spiegare la situazione.

Gli operatori all’altro capo del telefono hanno chiesto a Giuseppe tutte le informazioni utili riguardanti il caso, ma purtroppo, non avendo un indirizzo a cui poter fare riferimento per intervenire, l’operazione delle forze dell’ordine per verificare lo stato della donna sarebbe risultato difficile.

Così Giuseppe chiede agli agenti di pazientare e si mette alla disperata ricerca di indizi che possano portare alla scoperta di dati riguardanti il domicilio di Clara cercando contatti tra la lista di amici di Facebook della donna.

Dopo pochi minuti riesce a trovare il recapito della residenza della donna e viene messo in contatto con la centrale operativa della capitale, a cui riferisce tutti i dati che è riuscito a scoprire.

In questo modo la polizia invia una volante a casa di Clara, che viene ritrovata dagli agenti in stato confusionale ma viva e quindi è prontamente affidata alle cure del padre e del fratello.

Ovviamente i nomi dei protagonisti di questa storia sono stati cambiati per proteggere la privacy della donna e per non recare ulteriori danni al suo fragile stato psicologico del momento. In un’epoca dove è più facile prestare attenzione a delle parole scritte sullo schermo di un computer o di uno smartphone che al grido d’aiuto di una persona che può trovarsi a pochi passi da noi, tra la tecnologia che ci circonda di numerosi amici virtuali con avatar e foto cangianti e sempre al meglio della forma; promesse e relazioni formato sms o chat; alla fine, sempre più spesso, la solitudine e l’indifferenza prendono il sopravvento alzando muri di indifferenza attorno ai singoli individui e ai loro problemi.

Sicuramente un caso fortunato quello di Clara e del suo messaggio d’addio su Facebook, fortunatamente è stato proprio il suo grido d’aiuto virtuale a farle trovare la salvezza e qualcuno che si sia interessato a lei da oltre 200 chilometri di distanza.

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