«Numerosi bambini italiani – scrivono – pur avendo una condizione intellettiva normale presentano difficoltà di apprendimento che, oltre a limitare i progressi scolastici e di crescita personale, rischiano di innestare disturbi psichiatrici per ovvi riverberi di natura psicologica. Il legislatore nazionale ha affrontato il problema dei disturbi dell’apprendimento e, in particolare, della dislessia con emanazione della legge n. 170/2010 e s.m.i. Nonostante ciò, un recente contributo della comunità scientifica dimostra che due bambini su tre non avevano ricevuto diagnosi».
«Da qui – sottolineano – la necessità di attivare azioni di “prevenzione” dei disturbi dell’apprendimento efficaci e poco costose, anche attraverso la promozione di esperienze pilota da effettuarsi in provincia di Salerno».
Nella lettera si richiede, inoltre, l’introduzione nei piani di studio del corso di laurea in Scienze della Formazione di specifiche discipline tanto da consentire ai futuri insegnanti di poter operare sia per l’individuazione dei disturbi dell’apprendimento che per il trattamento.
«La verifica periodica delle abilità di lettura dei piccoli studenti – concludono – effettuata attraverso la lettura in classe, a turno, ad alta voce per tre minuti, con conseguente valutazione nella pagella scolastica, concorrerà ad una precoce diagnosi della dislessia, a costo zero».
La lettera è stata inviata, tra gli altri, al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, all’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Caterina Miraglia, al presidente della Commissione Sanità della Regione Campania, Michele Schiano Di Visconti.