Nuova nomina e nuove polemiche per il neo Soprintendente di Pompei Massimo Osanna. Scetticismo sulla nomina del professore lucano viene espresso da Antonio Pepe, segretario della Cisl, che stigmatizza la scelta di un esterno al MIBACT da parte del ministro Massimo Bray.
In primo luogo c’è il rischio che il provvedimento venga impugnato da parte dei candidati appartenenti all’apparato di via del Collegio Romano cui Osanna è stato preferito.
“Non siamo a conoscenza – dichiara il sindacalista – se al MIBACT abbiano fatto i conti con eventuali ricorsi che potrebbero essere presentati da parte di qualcuno dei tre Soprintendenti che avevano fatto domanda di partecipazione alla procedura per il conferimento dell’incarico a Pompei. In buona sostanza, sembra paradossale, benché ci siano state tre candidature interne per la copertura del posto di Soprintendente, di cui Mario Pagano, Adele Campanelli e Teresa Elena Cinquantaquattro, venga preferito un candidato di provenienza esterna al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo”.
Altra incognita, la pronuncia della Corte dei Conti chiamata a dare il via libera definitivo alla nomina. Ma già in passato i giudici contabili hanno bocciato candidati eccellenti come Sgarbi a Venezia, esterno al Ministero dei Beni Culturali. Due gli interessi tutelati dai magistrati: contenimento della spesa e professionalità interna al ministero.
“Sembra proprio che della spending review nessuno ne voglia tener conto. – commenta Pepe – Infatti il conferimento dell’incarico al prof. Massimo Osanna non è comprensibile poiché la Corte dei Conti in precedenti giudizi ha detto che «la ratio della norma che appare tesa, da una parte, a limitare, per ragioni di contenimento della spesa pubblica, il ricorso a contratti al di fuori dei ruoli dirigenziali eludendo le norme sul blocco delle assunzioni, dall’altra, a non mortificare le aspettative dei dirigenti interni che aspirino a ricoprire quel posto (che, nel caso di specie, risulta tra quelli di remunerazione superiore)»”.
Di conseguenza, secondo la normativa vigente l’utilizzo di figure professionali esterne al MIBACT dovrebbe essere eccezionale “per fornire alle amministrazioni quelle professionalità indispensabili, delle quali esse siano carenti”. Ma proprio per questo, sottolinea il segretario della Cisl, “nel caso di specie, ancor più ingiustificabile appare il reperimento di un «esperto» nel settore artistico/culturale, quando nei ruoli del Ministero dei beni culturali figurano proprio dirigenti archeologi e storici dell’arte”.
“Gli obiettivi della flessibilità delle scelte organizzative delle amministrazioni – continua il sindacalista – non possono prevalere sulle regole generali dell’organizzazione pubblica, in ossequio al principio del buon andamento ed alle regole di trasparenza dell’azione amministrativa, ed è onere dell’amministrazione utilizzare al massimo il personale in servizio e ricorrere a contratti esterni solo nell’ipotesi di assoluta carenza di quel tipo di specializzazione.
Speriamo solo – conclude Pepe – che questa scelta non determini solo ritardo nella nomina del nuovo Soprintendente che dovrà aver cura del patrimonio archeologico di un’antica città unica al mondo”.
Claudia Malafronte