Siamo convinti che l’aspra vertenza di tutte le sigle sindacali che sta interessando in questi giorni gli scavi di Pompei e i siti archeologici vesuviani, si poteva evitare se il Mibact avesse attivato una concreta iniziativa di ascolto delle istanze, alcune delle quali risolvibili con una dose comune di responsabilità ed un chiaro indirizzo gestionale.
E’ indecente che anche questa mattina, dopo lunedi e martedi, i turisti in visita agli scavi di Pompei siano rimasti per diverse ore fuori dai cancelli, riaperti alle 11. Lo stesso disagio si verificherà domani e venerdi per la protesta sindacale annunciata e articolata in cinque giornate di agitazione.
Attualmente il Direttore generale per le antichità del Mibact, Luigi Malnati, ricopre anche l’incarico di soprintendente di Napoli e Pompei, in quanto la sede è ancora vacante. Non si comprende perché non si coglie quest’occasione irripetibile di concludere definitivamente, al massimo livello decisionale, la vertenza Pompei che impegna da decenni i sindacati dei lavoratori e l’amministrazione della soprintendenza di Pompei.
Da quanto ci risulta è dal lontano 1997 che una delle proposte dei sindacati che riguarda una migliore distribuzione di tutto il personale di custodia nell’ambito dei siti archeologici dell’area vesuviana non trova attuazione. Sono evidenti i benefici di questa iniziativa per la fruizione di Pompei, maggior sito di richiamo turistico, che potrebbe ampliare l’offerta di case aperte quotidianamente al pubblico
Una condizione assurda, grave per l’economia del turismo, e incomprensibile per un pubblico internazionale, visto il grande interesse mondiale per l’area archeologica pompeiana.
(arch. Antonio Irlando)