Terzigno: DL Terra dei fuochi, dopo il danno la beffa

Cava SariCon un comunicato stampa il segretario Pd di Terzigno, Gaetano Miranda e Vincenzo Aquino Consigliere comunale sempre del Partito Democratico hanno stigmatizzato quanto accaduto sulla pelle dei loro concittadini e non solo con il Decreto Legge sulla Terra dei Fuochi. Così si legge nella nota inviata alla stampa:

“L’approvazione del DL ”Terra dei Fuochi” rappresenta sicuramente un importante punto di partenza per la tutela del nostro territorio, ma sicuramente non di arrivo e lo dimostrano tutte le criticità emerse in questi giorni.

A tal riguardo ci risulta totalmente incomprensibile l’esclusione di Terzigno e Boscoreale dalle aree a rischio e limitrofe a cui la Legge di conversione fa riferimento, soprattutto per quella che è la storia recente e meno recente del nostro paese.

Nel lontano 1989 il Giornale di Napoli così titolava e descriva i fatti in un articolo:

Chiudere al più presto CAVA SARI (Pozzelle I a monte dell’attuale cava ex Sari esaurita a maggio 2012) al confine tra Terzigno e Boscoreale, lo hanno chiesto ieri mattina un centinaio di persone che hanno inscenato una manifestazione di protesta bloccando l’ingresso ai camion.

Passando per Cava Ranieri che nel 2001 divenne sito di stoccaggio provvisorio per le ecoballe, ma si sa purtroppo in questo paese non c’è nulla di più definitivo del provvisorio, e sono rimaste lì.

Fino ad arrivare al 2010, anno della famosa ”sommossa” popolare per evitare l’apertura di cava Vitiello e chiedere la chiusura di cava Sari.

Ovviamente a tutto ciò va aggiunto l’aumento vertiginoso dell’incidenza tumorale.

Intere famiglie sterminate dallo stesso cancro, morti premature e malattie rare.

Dopo il danno la beffa, perchè Terzigno è stata esclusa dalle aree a rischio e limitrofe a cui la legge di conversione fa riferimento, cosa a nostro parere totalmente assurda e immotivata, risulta più che mai necessario per la tutela del territorio terzignese e della salute dei suoi cittadini porre le basi per adottare radicale soluzione ai problemi atavici che affliggono le nostre terre.

Non possiamo quindi esimerci dall’unirci all’appello dei comitati al Prefetto di Napoli, al Presidente della Regione On. Caldoro, all’Assessore all’Ambiente dr. Romano e al Presidente della Commissione Bonifiche On. Amato affinchè si definisca al più presto, al Tavolo Istituzionale Interministeriale costituito, a cui è presente la Regione Campania, l’individuazione dei Comuni oggetto delle misure di prevenzione previste dalla Legge, senza lasciare fuori nessuno e distribuendo equamente mezzi, risorse e interventi”.

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