Può un libro aprire nuove strade? Può la semplice trascrizione di un dialogo trasformare una serata in un dibattito che dovrebbe farsi nelle sedi di partito? È accaduto alla libreria Mondadori di Castellammare alla presentazione del nuovo libro di Tonino Scala e Mario Visone “A Voi la Leopolda, a Noi il SocialForum” edito dalla casa editrice Il Quaderno Edizioni.
Una bella serata con tanta gente che ha discusso, detto ciò che pensava, senza infingimenti, anche a muso duro sul destino di una sinistra che sembra scomparsa a Castellammare come nel paese. Ad animare la serata oltre ai due autori, Toni Pannullo ex capogruppo del Pd e la giornalista Alessandra Staiano. Molti i volti conosciuti nella ex Stalingrado del sud, presenti a questa sorta di riflessione collettiva con diversi punti di vista.
Tra il pubblico si potevano notare Andrea Di Martino, Mimmo Fattorusso, Salvatore Vozza, comitati antidiscariche del vesuviano e tanti giovani. Una discussione che è spaziata da temi nazionali, primarie, legge elettorale a quelli europei da Tsipras e la sfida di Sinistra alla UE, a Schultz e il solco del socialismo europeo. Ma in una città come quella delle acque, non si poteva non parlare dei temi locali, dei problemi che attanagliano una ormai ex città operaia, per passare alla nomina nel cda della Gori di Labocetta e di un esponente in quota PD. Tanti gli interventi prendendo spunto da un libro nato per gioco. Il libro in realtà è il testo di un dialogo in una sera di pioggia nei Campi Flegrei tra Tonino e Mario Visone. In questo dialogo si ritrovano la semplicità dell’analisi politica, disarmante nella sua oggettività, di due amici tanto diversi tra loro, una discussione leggera su tematiche delicatissime della realtà sociale, economica e politica nella quale ci troviamo a vivere, nella quale i partiti della sinistra appaiono del tutto impotenti, quando non addirittura culturalmente incapaci a svolgere il proprio ruolo. Tonino e Mario sanno che la sinistra ha il dovere, secondo un insegnamento che non ha perso la sua attualità, di essere presente nella prassi con tutta la forza delle proprie idee; comprendono che essa ha il dovere di sollecitare continuamente i ceti intellettuali, interloquire con essi, anche scontrarsi, per rendere viva e concreta la propria azione politica. In questa prospettiva non deve mai dimenticare che le istanze che vengono dai movimenti, dai giovani, vanno seriamente ascoltate, perché i giovani sono il suo futuro, la lunga tradizione di lotte per un mondo migliore, le sue radici.
Di fronte a siffatto fenomeno, la sinistra storica deve essere in grado di muovere i grandi movimenti giovanili che giustamente si oppongono ad un modello di globalizzazione che esclude le classi deboli del mondo. Tonino Scala ha tenuto a sottolineare quanto “oggi vi è la necessità di costruire una sinistra su tre elementi: lavoro, diritti e beni comuni. Non serve più parlare di federazione della sinistra, di partito unico, piuttosto bisogna pensare ad partito “multiplo”, basato su comunanze politiche valoriali. È un progetto credibile? Possibile da realizzare? Vale la pena, oggi più che mai, procedere senza indugio in questa direzione. Certo il percorso è complesso e pieno di ostacoli”.
Sullo stesso solco Antonio Pannullo, che rivendica il ruolo del PD e di Renzi in quanto, afferma, che risulta necessario “affrontare il tema di un grande partito della sinistra, plurale ed interclassista, capace di dare risposte certe alla richiesta di giustizia sociale. No a larghe intese, spazio al vero tempo delle riforme e chiara collocazione in ambito continentale nel nuovo PSE. Si riducono gli spazi per un cantiere alternativo della sinistra di chiara vocazione minoritaria ma si aprono praterie per le istanze di valori ed idee quali eguaglianza, legalità , diritti e bene comune, patrimonio cultuale e politico da sempre del nostro mondo.” Nitida e schietta infine è la riflessione di Mario Visone: “Io so che i cittadini sono all’esasperazione e alla disperazione assoluta in alcuni casi. La politica li ha completamente abbandonati perché rinchiusa nei suoi lerci giochi di potere e nel suo politichese attendismo. La Sinistra che vuole riprendere agio e ruolo deve per forza di cose ripartire dal popolo e dalla ferrea volontà di rimettere in gioco sé stessa sui temi caldi dell’esistenza. Non è più tempo di giochi e di posizionamenti.
Tsipras offre l’ultima possibilità di essere Sinistra vera. Dopo ci sarà l’eclisse più assoluta. I partiti così come sono non hanno senso. Rinuncino al proprio piccolo Aventino di potere e ritornino tra le persone per costruire davvero una Sinistra dove ognuno si possa sentire a casa.”