Faycal Aliquat, algerino pregiudicato di 40 anni, è stato arrestato in flagrante dagli agenti della sezione “Volanti” dell’U.P.G., mentre brandiva un coltello seghettato da bistecca, tentando di colpire la moglie.
I poliziotti, nel corso dei normali servizi di controllo del territorio, ieri mattina alle 5,00, nel transitare in Via Giuseppe Piazzi, hanno udito le urla di una donna provenire da un’abitazione ubicata al piano terra.
Notato l’uscio aperto, gli agenti sono entrati notando subito una donna con una vistosa ferita al braccio ed un uomo, in forte stato d’agitazione, che brandiva un lungo coltello da bistecca, nel vano tentativo di colpirla.
La malcapitata, disperata per la furia dell’uomo, infatti, tentava con le braccia di parare i colpi, rimanendo ferita al braccio destro.
Un agente, abilmente, è riuscito a disarmare l’uomo, bloccandolo, mentre è giunta un’altra Volante, allertata da un conoscente della vittima.
I poliziotti sono arrivati giusto in tempo nel soccorrere la donna, prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
La vittima, madre di un bambino di 5 mesi, nato dall’unione con ALIQUAT che ha sposato 15 giorni dopo la nascita del piccolo, ha riportato oltre alla ferita al braccio anche un trauma contusivo facciale ed alla spalla, guaribile in 10 giorni.
La donna, costretta a prostituirsi dal 2011, contro la sua volontà, era già da tempo vittima di violenze da parte del suo compagno, sposato nella vana convinzione che l’uomo potesse cambiare atteggiamento nei suoi confronti, in virtù della nascita del figlio.
Dal novembre 2013, stanca delle violenze subite, la donna è riuscita a fuggire da casa, trovando ospitalità negli ultimi 3 mesi a casa di amici e parenti; cambiando più volte abitazione proprio perché Aliquat riusciva comunque a rintracciarla.
Ieri mattina, infatti, l’uomo l’ha rintracciata nell’abitazione di un conoscente, minacciandola di portarle via il bambino, per poi passare alle vie di fatto malmenandola e ferendola con un coltello al braccio.
Il tunisino è stato arrestato dai poliziotti e condotto in carcere, perché responsabile dei reati di atti persecutori, istigazione e sfruttamento alla prostituzione, minacce gravi e lesioni personali dolose aggravate.