“Al senatore D’Anna che ha la pretesa di dare a noi lezioni di coerenza, è sfuggito che a più riprese abbiamo pubblicamente ribadito le ragioni della nostra appartenenza al gruppo consiliare di Forza Campania: siamo fortemente critici nei confronti delle scelte che hanno portato alla individuazione del coordinatore regionale del partito e alla sostanziale disattenzione dei vertici nazionali nei confronti delle realtà provinciali.
Tali critiche permarranno fino a quando Forza Italia non diventerà un partito aperto al territorio, sensibile alle peculiarità locali e rispettoso di chi siede in Consiglio regionale, non perché nominato, ma solo perché votato dagli elettori.” Lo affermano i consiglieri regionali di Forza Campania Sergio Nappi a Antonia Ruggiero.
“Noi – proseguono – ci siamo assunti la responsabilità di costituire un gruppo in Consiglio regionale. Strano che il senatore e gli altri parlamentari che si dicono vicini a Forza Campania non abbiano fatto altrettanto a Roma, lasciando le comode poltrone del gruppo di Forza Italia o del Gal per dare vita a componenti che si richiamano a Forza Campania. D’Anna pretende di fare la lezioncina di coerenza restando, tuttavia, ben ancorato al gruppo di appartenenza. Perché né lui né gli altri parlamentari hanno avuto il coraggio di fare quello che abbiamo fatto noi in Campania?”
“A D’Anna sfugge, infine, che fino a quando resteremo in Forza Italia abbiamo non solo il diritto, ma anche il dovere di interloquire con chi appartiene al nostro stesso partito. Ciò – osservano Nappi e Ruggiero – non per svendere le nostre ragioni, ma per affermarle concretamente, così come si conviene a chi fa politica non limitandosi ad alzare la mano in aula e a produrre, al massimo, una dichiarazione a settimana. D’altronde, occorre chiedersi: di cosa hanno parlato D’Anna e Martusciello nell’incontro di ieri? Del riscaldamento globale del pianeta? Come definisce D’Anna la trattativa per la composizione del nuovo consiglio di amministrazione della Gori? Stando alle recenti dichiarazioni del senatore, coloro che l’hanno condotta appartengono alla categoria delle persone ridicole”, chiudono Nappi e Ruggiero.