Fuori programma durante il monologo d’apertura del festival di Fabio Fazio dedicato alla bellezza e partito con un riferimento al treno deragliato.
Durante la lettura urla in sala di due spettatori Antonio Sollazzo e Marino Marsicano: «Attenzione un attimo, non riusciamo a mangiare», hanno gridato i due uomini vestiti di bianco. «Non potete impedirci di lavorare».
I due, lavoratori del consorzio di bacino di Pompei, Napoli e Caserta, saliti su un’impalcatura chiedevano di leggere una lettera costringendo Fazio al quale non resta che ripetersi in un “déjà vu”, come lui stesso dice, come novello Pippo Baudo ai tempi del tentato suicidio in teatro. “Chiedo scusa a tutti ma dobbiamo comprendere la disperazione, di fronte alla drammaticità di certe situazioni è difficile mantenere la calma”.
Dopo alcuni momenti di grande concitazione, e le rassicurazioni del conduttore di leggere la lettera, tornava la calma. Sono lavoratori – ha spiegato Fabio Fazio – che hanno problemi di lavoro e reclamano il diritto alla loro dignità. “Non c’è niente di più importante di questo” ha commentato.
La lettera dei due lavoratori poi è stata letta quasi integralmente. “800 dipendenti che non ricevono lo stipendio da mesi. Siamo alla disperazione e tre colleghi si sono tolti la vita”. “Chiediamo – si chiude la lettera – un intervento da parte delle istituzioni per risolvere la vicenda e domandiamo scusa agli spettatori per il nostro gesto dettato solo dalla disperazione”.