“L’esposizione mediatica starebbe producendo un graduale slittamento della giurisdizione dalla dimensione di potere razionale-legale a quella di potere mitico-carismatico”. Così, in una nota, l’avvocato Rosa Criscuolo portavoce de “I Cosentiniani”, citando un passo tratto dal libro “L’oracolo della giustizia. Il giudice dietro lo schermo” di Glauco Morabito.
“Il pubblico – spiega l’esponente del gruppo che si rivede nelle posizioni dell’ex Sottosegretario Nicola Cosentino – generalmente ignora i presupposti giuridici che sono alla base di una determinata decisione e al contempo accoglie alla stregua di verità rivelata quanto annunciato dai mezzi di informazione”. Dito puntato contro gli episodi avvenuti nei giorni scorsi, e in particolar modo contro l’atteggiamento assunto da quella che “I Cosentiniani” etichettano come una “certa stampa” nei confronti dell’ex leader campano del Pdl, “di cui – scrivono I Cosentiniani – si continuano a violare i diritti fondamentali della persona”.
“I nostri quesiti – spiega Rosa Criscuolo – fanno riferimento non solo all’effetto dei media sul funzionamento del meccanismo giurisdizionale e sulle garanzie del giusto processo, ma anche all’impatto della cronaca giudiziaria sul circuito dell’opinione pubblica. Bisognerebbe dare più rilievo, così come nei sistemi di common law, all’impatto dei media sulle garanzie del giusto processo e bisognerebbe mutuare l’esperienza di paesi come Germania, Svizzera ed Austria nei cui ordinamenti si esclude che il nome o l’immagine di una persona sospettata o accusata di un reato siano dati di pubblico dominio e possano sempre e comunque essere diffusi dai media prima della definizione del giudizio”.