Il WWF Penisola Sorrentina ha segnalato in questi giorni l’ennesimo abbandono di diversi manufatti in amianto in via Campitiello a Sorrento dove la strada, fino a pochi giorni fa sterrata, appare ora cementata. Scendendo da Picco S.Angelo e immettendosi in via Campitiello, dopo pochi metri, all’interno di un varco della recinzione posto a destra, che conduce in un castagneto ceduo, sono infatti visibili depositati al suolo diversi manufatti in amianto tra cui ondulati e tubature. Considerata la portata altamente tossica del materiale in amianto a causa delle fibre e della polvere di asbesto estremamente pericolose per la salute umana, e il rischio che i manufatti in amianto possano con la loro progressiva disgregazione, proprio per l’esposizione agli agenti atmosferici ed al contatto diretto col suolo, andare a contaminare l’ambiente circostante, il WWF ha chiesto alle autorità competenti, un immediato intervento atto ad accertare eventuali responsabilità e ottenere l’immediata bonifica del sito. La segnalazione segue solo di qualche giorno il rinvenimento di decine di lastre di eternit abbandonate ai margini della via R. Bosco in località Ticciano, a Vico Equense e, proseguendo verso Piano di Sorrento, anche in località Casanocillo.
Ad inizio mese il WWF si era imbattuto nello stesso pericoloso materiale, trovato nel Comune di Massa Lubrense, nella frazione di Torca, in via Corvo dove, proprio a fianco di uno stupendo carrubo secolare, erano stati individuati nascosti tra l’erba diversi manufatti in amianto.
Ma l’amianto non è abbandonato solo in periferia: è accaduto a Piano di Sorrento dove, a metà gennaio, all’interno del Parco residenziale dei Platani, sulla superficie in cemento di copertura di un’autorimessa interrata (che attende da decenni la sistemazione a verde), il WWF ha raccolto le proteste dei cittadini che segnalavano, assieme ad una situazione di precario abbandono, diversi manufatti depositati al suolo, tra cui tubature ed elementi in amianto in avanzato stato di disgregazione. Sempre nel Comune di Piano di Sorrento, nel novembre scorso, sulla via Meta Amalfi in direzione Positano, dopo il semaforo, all’interno di un uliveto, nascosti dietro la siepe di pitosforo, furono trovati abbandonati al suolo diversi sacchi neri contenenti materiali in amianto, anch’essi in avanzato e pericoloso stato di disgregazione.
Tra le vicende legate a questo fantomatico e pericoloso materiale, che più hanno fatto parlare, rientra senz’altro la montagna di amianto scoperta sul Faito a Vico Equense, nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lattari, sepolta in una scarpata e occultata dalle foglie e dagli aghi dei pini sotto i quali giaceva. Ci fu l’intervento diretto del primo cittadino e la zona venne immediatamente delimitata e transennata, ma poi, in un rimbalzo di responsabilità tra comune, provincia e regione, il sito è ancora lì che aspetta di essere bonificato.
Per ultimo non si può non ricordare la vicenda dell’amianto a Piano di Sorrento, quando il WWF, nel febbraio dello scorso anno, segnalò con immediatezza le operazioni di rimozione delle numerose lastre in eternit dal capannone a tre falde in via Casa Rosa a cura della società Finalco s.p.a. titolare di un Permesso a Costruire per la ristrutturazione di capannoni da destinarsi a centro commerciale e la costruzione di un parcheggio interrato su più livelli. Il permesso di costruire venne poi “revocato” a seguito delle denunce del WWF e del clamore mediatico suscitato. Vista l’enorme quantità dei materiali contenenti amianto in “matrice compatta” (circa mq. 1000 e 16.000 Kg.) il WWF chiese allora di accertare e garantire il rispetto di ogni precauzione ed obbligo di legge nelle operazioni di rimozione, imballaggio, trasporto e smaltimento delle lastre in eternit, allo scopo di evitare di andare a contaminare l’ambiente circostante. La Rimozione dell’amianto comportando un rischio estremamente elevato, anche per i lavoratori addetti a tale operazione, necessitava infatti tutta una serie di specifiche cautele come prescritto dal D.M. 6 settembre 1994. Le operazioni si conclusero in tempi rapidi ma permangono seri dubbi (avvallati dalle foto scattate dagli attivisti in quei giorni) che si siano realmente attuate tutte le misure di sicurezza prescritte, per limitare la dispersione eolica delle polveri e delle fibre.
“Il problema dell’Amianto è un problema serio – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – anche se troppo spesso è preso sotto gamba dagli stessi cittadini, che sottovalutano l’enorme pericolo costituito dalle fibre di asbesto capaci, se inalate, di causare gravi e mortali patologie. L’amianto è ovunque. E’stato il materiale più usato per decenni e qualcuno, in tutta ignoranza, stenta ancora a credere che le sue invisibili fibre possano essere realmente letali!!! Molte persone non esitano a maneggiare tali materiali con disinvoltura e a disfarsene abbandonandoli al suolo, ai margini delle strade, nelle campagne, nei rivi e nei boschi, nella convinzione di essere più furbi degli altri. La verità è che i costi di smaltimento, tra pratiche, recupero e conferimento negli appositi siti, sono notevoli e anche per una sola tegola di amianto raggiungono migliaia di euro!!! Riteniamo sia auspicabile e razionale che le amministrazioni comunali e gli enti regionali preposti organizzino quanto prima un servizio pubblico di raccolta e smaltimento di piccole quantità di tali materiali. Tale iniziativa è già una realtà da molti anni in Lombardia e di recente anche in Sicilia dove la regione pagherà per la rimozione e bonifica dei siti contaminati con amianto. Di sicuro non si risolverà in toto il problema ma sarebbe un importante passo avanti, e tante persone non avrebbero più l’alibi per disperdere tale materiale nell’ambiente.”