Venticinque sono gli indagati dalla Procura di Napoli, di cui otto docenti vincitori di concorso dopo l’ultima prova scritta di febbraio, tra questi un ex dirigente dell’ufficio scolastico regionale, un sindacalista, un ex dirigente del Miur, oltre ad alcuni candidati, che avrebbero pagato per ottenere una posizione in graduatoria utile, e componenti della commissione giudicatrice. I reati ipotizzati: abuso di ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.
Secondo gli inquirenti, sarebbe stata inizialmente pilotata la nomina di alcuni membri della commissione esaminatrice, grazie ai quali i candidati erano riusciti a conoscere con largo anticipo i quesiti della prova preselettiva.
Dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dal sostituto Ida Frongillo, è emerso che gli indagati avevano creato in questo modo un meccanismo, quasi perfetto, per favorire alcuni candidati. Anche per quel che riguarda le prove scritte, gli indagati erano riusciti a eludere l’anonimato. Ad alcuni commissari corrotti erano state recapitate le frasi iniziali e quelle finali dei compiti dei candidati da favorire. Il materiale concorsuale di sei candidati è stato sequestrato.
Inoltre, una delle candidate sarebbe sentimentalmente legate all’ex funzionario del miur coinvolto negli accertamenti di poche ore fa, mentre altri candidati avrebbero avuto i propri sponsor tra commissari di gara e ufficio regionale.
