“La Giustizia ci chiama ma il Governo ci tiene a casa”. È questo il grido disperato di 3100 precari della Giustizia, messo nero su bianco ed inviato, in una lettera, al neo ministro della Giustizia Andrea Orlando, che, appena insediato, dovrà necessariamente affrontare anche il caso dei tirocinanti che hanno svolto attività di supporto al personale amministrativo degli Uffici Giudiziari.
“La Giustizia è nel caos, il collasso è dietro l’angolo – scrivono i precari – Il pericolo delle sanzioni della Comunità Europea per la lentezza dei processi e per il gravoso arretrato giudiziario si materializzerà tra qualche mese. Eppure i magistrati italiani sono i più produttivi in Europa, ciò che difetta è lo stato in cui opera il personale amministrativo degli Uffici Giudiziari da anni senza alcuna riqualificazione e costretti a lavorare oltre le proprie forze per la cronica carenza d’organico. E, come se non bastasse, circa 3000 tirocinanti formati direttamente dal Ministero della Giustizia, proprio per garantire il supporto ai dipendenti, restano a casa ingiustamente. Già, perché nonostante nella legge di stabilità per il 2014 (l. 147/2013, art. 1 comma 344) siano state stanziate risorse pubbliche, anche se insufficienti a garantire l’impiego dei precari per l’intero anno, tutto è ancora fermo, con grave pregiudizio per l’efficienza del comparto messo ormai in ginocchio. Sarà l’ennesima occasione per dire basta a tale ingiustizia. Gli Uffici Giudiziari invocano a gran voce la dovuta attenzione al personale interno altamente qualificato ed una rapida attuazione della previsione normativa appena richiamata, consentendo, così, a “3000 precari” di svolgere il perfezionamento del tirocinio. I lavoratori al centro della crisi della giustizia in Italia, presidi in tutta Italia per dire no a quanto accade ormai da anni negli uffici giudiziari: personale amministrativo abbandonato e 3000 precari della giustizia dimenticati”.