Il Kuwait è pronto a investire su Pompei e punta al modello Della Valle usato per il Colosseo. Ad annunciarlo all’Adnkronos è lo Sceicco Ali Khaled Al-Sabah, da quattro mesi ambasciatore dello stato arabo, che martedì (giornata nazionale del Kuwait), durante i festeggiamenti tenutisi al St Regis Grand Hotel di Roma, ha tracciato le linee del suo ‘piano’ per le relazioni con l’Italia.
“Per prima cosa – ha scandito – tengo a sottolineare che l’investimento di cui parlo non è a scopo di lucro, ma a scopo di amicizia con l’Italia, in sostanza, quindi, penso ad un investimento per la valorizzazione e la tutela del parco archeologico campano senza cartelloni ‘pubblicitari’ sul Kuwait e senza – ha aggiunto rispondendo a una precisa domanda – alcuna condivisione dei proventi dei biglietti di ingresso”.
“Ritengo, infatti – ha spiegato – che Pompei appartenga all’intera umanità e che tutto il mondo, quindi, dovrebbe prendersene cura, non solo il Kuwait. Ben venga, dunque, lo stanziamento di risorse da parte dell’Unione Europea, ma tutti dobbiamo farci carico della salvezza di Pompei, noi inclusi”.
Quanto alla cifra che il Kuwait intende investire Ali Khaled Al-Sabah non si sbilancia: “Prima di indicare numeri voglio visitare il sito e incontrare il sindaco di Pompei dal quale attendo, infatti, un invito formale a breve”. Ma lo sguardo dell’ambasciatore va oltre Pompei.
“L’Italia – ha detto – è molto bella. La stiamo scoprendo pian piano e più passa il tempo più ne stiamo conoscendo l’incredibile patrimonio. La prossima settimana sarò a Venezia, ricchissima culturalmente, dove incontrerò il sindaco che ci ha coinvolto anche per realizzare un centro culturale islamico”.
Poi, ha proseguito Ali Khaled Al-Sabah, sarà la volta di “Pompei, Palermo e Firenze”. Città, quest’ultima, con la quale Ali Khaled Al-Sabah ha già avviato una relazione attraverso incontri informali che intende approfondire e città che fa volare la mente dell’ambasciatore subito a Matteo Renzi: “Vogliamo incontrare il nuovo premier italiano al più presto. Un governo così giovane è di buon auspicio”.
L’Italia, insomma, è nel cuore del Kuwait per più di una ragione. “E’ un Paese – ha tenuto ad evidenziare l’ambasciatore – con industrie forti e solide. Non è affatto un Paese debole, semplicemente, tutto il mondo sta attraversando in questo momento una fase difficile. Abbiamo visto tanti Stati crollare, ma l’Italia no”.
Il Kuwait ha in mente, infatti, nuovi accordi “con il settore privato di cui gli italiani giovani, che spesso sono tentati di andare all’estero, invece beneficeranno”. Al centro dell’attenzione dello Stato arabo quindi il settore industriale in generale e più in dettaglio gli ambiti della sanità, istruzione, oltre che il settore della cultura a 360 gradi. Per questo non stupisce che lo Sceicco desideri incontrare il neo ministro Dario Franceschini a breve.