Non siamo tifosi della Viola ma appassionati di calcio. Di quelli che auspicano un sport onesto e leale. Così come biasimiamo calciatori violenti o sleali verso gli avversari stavolta puntiamo l’attenzione su un arbitro italiano: Andrea Gervasoni da Mantova.
Costui dopo aver espulso nel finale di Parma-Fiorentina il calciatore viola Borja Valero gli ha fatto comminare 4 turni di squalifica per aver scritto, a referto, di essere stato spinto dallo spagnolo. Rabbia del calciatore, per non aver mai compiuto simil gesto ed indignazione della società che si sente giustamente defraudata.
Rivedendo le immagini dell’espulsione, in effetti, non si nota alcun atto violento del calciatore o roba simile. Si presume quindi che l’arbitro era in condizioni di stress tali da non aver piena lucidità cognitiva oppure è un emerito bugiardo. Quest’ultima evenienza vorremmo escluderla a priori perché potrebbe significare che il direttore di gara abbia scientemente scritto falsità per punire un calciatore che in gara gli era risultato antipatico.
Da sportivi che auspicano un calcio leale ed onesto attendiamo da Gervasoni un gesto d’umiltà tale da ridare dignità al calciatore. Ammettere cioè di aver sbagliato a scrivere quelle cose per un qualsivoglia motivo. A Borja Valero va restituito onore e rispetto. Date a Cesare ciò che è di Cesare, e’ un celebre detto attribuito a Gesù e riportato nei Vangeli sinottici. Questo è ciò che deve fare la giustizia sportiva nei riguardi di un ottimo calciatore ed uomo leale.
Annibale Nuovanno