Non è eliminandole che si risolverà l’inefficienza della politica sul territorio, anzi. È paradossale che lo stesso Caldoro da diversi mesi e a più riprese sostenga che sono proprio le regioni quindi non le provincie, a svolgere funzioni che hanno oltrepassato il dettato costituzionale ”. Crede quindi che la riforma del titolo V della Costituzione – parte dell’intesa tra Renzi e Berlusconi – non vada fatta? “ Sono convinto che un ripensamento degli enti locali vada sicuramente fatto ma di sicuro non in questi termini. Alcuni enti, oltre a svolgere un egregio lavoro di raccordo con il territorio si sono dimostrati virtuosi dal punto di vista economico “.
Fa riferimento al bilancio della Provincia di Napoli? “ All’ente di cui faccio parte viene certificato – da una società esterna – un attivo di bilancio non trascurabile. Da anni non abbiamo debiti ma un attivo che ci permette di dare risposte alle esigenze del territorio. Spesso ci siamo trovati nell’impossibilità di agire a causa dei vincoli assurdi del patto di stabilità “.
Come crede che verranno gestiti, e da chi, i compiti provinciali. Ad esempio nel campo dell’istruzione a cosa andremo incontro? “ Non riesco a prefigurarmi nulla di buono. Dal prossimo anno scolastico gli istituti secondari di competenza della provincia dovrebbero – e sono costretto ad usare il condizionale – passare ai comuni. Ad ora non vi è però nulla di certo e questo è già grave a così breve distanza. In così poco tempo una transizione in un settore così delicato non sarà di sicuro fatta nel migliore dei modi “.
Mirko Capolongo