Rovigliano: mille chili di amianto nei capannoni dell’ex Deriver

ex Deriver

Una tonnellata di amianto nel capannone dell’ex industria siderurgica Deriver, a Rovigliano, nelle periferie di Torre Annunziata. A denunciare l’ennesimo scempio ambientale sono stati i cittadini del neonato Comitato Rione Deriver, che hanno incitato Palazzo Criscuolo ad intervenire. “Abbandonare rifiuti tossici in giro, nei pressi del mare e in una zona già devastata, dove verrà costruita la seconda foce del fiume Sarno, è un vero e proprio atto criminale. Chi compie gesti del genere, non andrebbe semplicemente denunciato, ma arrestato”.

Sono queste le parole dei cittadini residenti in quella zona, una delle più devastate a livello ambientale, non solo a causa degli sversamenti illegali dei rifiuti, ma anche per le correnti del fiume Sarno, che si riversa in mare e trasporta sulla spiaggia rifiuti di ogni genere. L’amianto giace da qualche settimana all’interno della ferriera dismessa e abbandonata, che è solo uno dei tanti capannoni lasciati a se stessi e che col passare del tempo sono diventati discariche abusive. Lo stabile è di proprietà del Comune di Torre Annunziata da quando l’ex fabbrica Deriver chiuse negli anni Ottanta, in attesa che qualche imprenditore si dimostri interessato ad acquistare il lotto per aprire una nuova azienda. Solo una volta l’ex ferriera è stata ripulita dai rifiuti dal proprietario di Aprea, una delle fabbriche nate dalle ceneri delle ex Officine Torresi. Intanto i vigili urbani hanno posto i sigilli all’intero capannone e stanno indagando sulla vicenda, per dare un volto e un nome all’artefice di questo scempio ambientale. “Ci stiamo attivando per rimuovere completamente l’amianto- afferma il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita-.

Per smaltire sostanze pericolose sono previste procedure lunghe e costose, che ovviamente spettano al Comune. È vergognoso che si verifichino ancora episodi di questo genere, ma credo che quell’amianto non sia stato abbandonato da qualche cittadino residente in questa città”. Al vaglio degli inquirenti ci sono i filmati registrati dalle telecamere presenti in via Solferino, poco lontano dal capannone Deriver. Al momento ogni ipotesi è possibile, ma la pista più perseguibile è che sia stata qualche azienda proveniente dai paesi circostanti ad abbandonare l’amianto lì, a pochi passi dal mare e dalle abitazioni.

Gli imprenditori quindi, preferirebbero “abbattere” i costi per lo smaltimento, depositando quei rifiuti tossici in un capannone abbandonato. Ammonta a circa 10mila euro adesso, la spesa che Palazzo Criscuolo dovrà affrontare per rimuovere la catasta di rifiuti tossici che giacciono nello stabile. Non è stato efficace il servizio delle telecamere di videosorveglianza, per impedire che l’ennesimo cittadino abbandonasse i rifiuti. Queste infatti, sono posizionate in pochi punti strategici della città: da via Pastore (Torre Annunziata Nord), fino a via Vittorio Veneto (Torre Annunziata Sud) e di notte non riescono a fornire una risoluzione efficiente. A gestirle, il comando dei vigili urbani. Risale proprio agli ultimi giorni la decisione del Comune di installare nuove telecamere per contrastare l’inciviltà dei cittadini e supportare le forze dell’ordine nelle indagini su episodi di illegalità. Palazzo Criscuolo stanzierà circa 50mila euro per ampliare il servizio.

Fino a due mesi fa il Comune aveva dato il compito a due agenti della polizia locale di vigilare sull’ambiente, per contrastare il fenomeno dello smaltimento illegale dei rifiuti. Per mancanza di fondi però, il servizio è stato sospeso, molta gente ha ricominciato ad abbandonare i rifiuti per le strade non solo della periferia.

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