Nuove piogge e nuovi crolli a Pompei. A rinnovare il triste binomio tra Giove Pluvio e la progressiva rovina della città sepolta, il cedimento del muro di una tomba nella celebre necropoli di porta Nocera, nei pressi dell’Anfiteatro, e la caduta di una muratura nel Tempio di Venere. Il neo ministro Dario Franceschini ha indetto d’urgenza una riunione operativa, prevista martedì prossimo, per avere un rapporto esatto sui crolli a Pompei.
A segnalare i due eventi, probabilmente avvenuti nella notte a causa delle abbondanti precipitazioni, i custodi di ronda nelle due differenti aree del sito archeologico.
Nel Tempio di Venere si è assistito al distacco di alcune pietre dalla spalletta del quarto arcone sottostante l’edificio. La muratura, già attraversata da lesioni, è stata puntellata e la zona è interdetta al pubblico.
La struttura tombale antica a Porta Nocera, invece, è franata lasciando un cumulo di pietre sulla strada dove di solito transitano i turisti. L’area è attualmente inaccessibile: nastri bianchi e rossi impediscono l’accesso sia dall’entrata dell’Anfiteatro sia da via dell’Abbondanza.
La zona interessata da quest’ultimo crollo è rinomata per le numerose tombe a esedra e a edicola corredate da preziose iscrizioni funerarie.
Per “fortuna” sembrerebbe che il muro sbriciolato non riportasse nessuna delle importantissime testimonianze grafiche che sono giunte sino a noi dall’antica città romana.
Per “fortuna” il muro è crollato sul percorso dove transitano dei turisti ma nessun turista è stato danneggiato.
Tuttavia è necessario chiedersi se bisogna affidarsi ancora alla “fortuna” per preservare un monumento come Pompei.
Laddove quello che è successo fa sempre a gara con quello che poteva succedere. E quello che poteva succedere è sempre peggio.
Perché a Pompei non ci sono solo i crolli. Basta accedere alla zona antistante la porta dell’Anfiteatro, all’esterno, dove i marciapiedi con un po’ d’acqua diventano scivolosissimi.
Laddove l’ imponente porta Nocera, nella splendida prospettiva del Vesuvio, presenta sul fianco destro alcune pietre di tufo che sembrano sul punto di crollare.
Fino a quando potremo tollerare tutto questo?
Intanto ci esaltiamo per la consegna di un cantiere (su 39 sic!) del Grande Progetto Pompei. Appalti su cui, come ricordato da Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio sul Patrimonio Culturale, sta indagando la magistratura di Torre Annunziata per i ribassi record. Ma, viene da chiedersi, la manutenzione ordinaria e la messa in sicurezza del sito che fine hanno fatto?
Intanto andiamo in visibilio per un film americano che racconta i presunti fasti della Pompei che fu.
Intanto ci vantiamo per le mostre che portano i reperti della città sepolta in giro per il mondo e in giro per il mondo fanno tutto esaurito.
Ma la verità è che, intanto, Pompei nella sua casa, nella piccola culla di tufo e malta che uomini sapienti hanno costruito tra il cielo e il Vesuvio, continua a crollare.
Il rischio è che, a lungo andare, la bellezza di Pompei venga perduta e diventi il soggetto di una di quelle favole antiche di cui si dice “c’era una volta…”.
Claudia Malafronte