“Temporeggiare sulla questione relativa alla gestione delle risorse idriche rischia di impantanare le battaglie che si sono svolte in città per riconsegnare l’acqua agli stabiesi”. Così, i consiglieri comunali Giuseppe Giovedi e Marica Sabatino.
“Il risultato del referendum del 12 e 13 giugno del 2011 è stato chiaro: non si può trarre profitti dalla gestione delle acque. Successivamente, Corte Costituzionale e Consiglio di Stato si sono espressi chiaramente, dichiarando estranei alla logica del profitto il governo e la gestione delle acque. Ad oggi, però, la politica stabiese è stata colpevolmente silente, nonostante la città abbia dato un grosso contributo nella battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua.
Questo ha prodotto, congiuntamente a scelte irresponsabili della Regione Campania che ha provveduto a scontare fortemente il debito di Gori S.p.A., un aumento delle difficoltà dei cittadini stabiesi. Castellammare di Stabia, città delle acque, può e deve ritornare ad essere la città delle acque pubbliche.
Per queste ragioni, nei giorni scorsi abbiamo presentato un’interrogazione al Sindaco ed all’Assessore competente per comprendere meglio la dinamica di alcune operazioni poste in essere a vari livelli senza i necessari passaggi istituzionali ed in che modo l’Amministrazione intende rispettare la volontà popolare, ripristinando le proprie competenze in merito alla gestione del servizio idrico”.