C’è tempo fino a domani domenica 9 marzo per visitare al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli una mostra d’eccezione, dall’esemplificativo titolo “Chiamarlo amore (non) si può”.
La mostra, inaugurata lunedì scorso, è un significativo esempio di “Arti unite”, che affronta un unico tema, con l’obiettivo di proporre un percorso di riflessione a ragazzi e adulti. Fotografia, illustrazioni, dipinti e interior design per raccontare la realtà della donna oggi, in ogni angolo di mondo.
Qual è e dov’è la linea che separa l’amore dal non amore? Cos’è che distingue l’amore dal non-amore? Sono queste le domande di partenza da cui scaturisce l’iniziativa incentrata sul fenomeno sociale della violenza contro la donna, soprattutto dopo che una recente indagine ha evidenziato che il fenomeno è giunto a dei livelli assolutamente preoccupanti.
L’intero progetto è caratterizzato da un ricco programma di eventi dedicati alla cultura del “fare educazione”, ovvero all’importanza dell’educazione emozionale e relazionale, soprattutto degli adolescenti.
Sotto il Patrocinio del Comune di Napoli, le opere esposte sono circa 60 e provengono da tutto il mondo: Francia, USA, Kenya, Cina, Spagna, Olanda, Serbia, Kuwait, Giappone.
L’intero evento, a cura della scrittrice e sociologa Rosa Tiziana Bruno, che è anche ideatrice del progetto, è organizzato in collaborazione con l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Napoli e in accordo con la consigliera della Pari Opportunità.
Rosa Tiziana Bruno ha curato personalmente la direzione artistica dell’esposizione ed è anche una delle autrici del libro da cui la mostra riprende il titolo, ovvero l’antologia “Chiamarlo amore non si può”, edizione Mammeonline. Una raccolta di storie che riporta una dedica speciale del cantautore Edoardo Bennato e che si pone l’obiettivo di accendere riflessioni sul vero significato dell’amore. E proprio a quelle storie le singole opere della mostra sono collegate, seguendo il filo invisibile che unisce parole e immagini.
Libro e mostra affrontano temi trasversali quali gli stereotipi, l’identità di genere, la relazione uomo-donna, il controllo sugli istinti e la piena realizzazione di sé, abbracciando diverse discipline che vanno dalla storia alla sociologia, dalla letteratura all’economia, fino all’arte e all’architettura. Grazie alla speciale apparecchiatura Masbooth del Roll Studio, i visitatori possono esprimersi scrivendo frasi e idee personali su fogli bianchi che verranno poi da loro stessi fotografati e condivisi sui social network.
Durante tutta la settimana, nei locali della mostra, sono previste performance musicali e canore del coro Daltrocanto e del gruppo CantAbils Ensemble. La cerimonia di chiusura del 9 marzo prevede una performance del gruppo “I sogni di Ornide”, che proporrà un percorso di provocazione emozionale e musiche. Saranno anche presenti i gruppi di mobile photography napoletani Igersnapoli, Neapolis_moph e TheMinimals, autori di molte delle fotografie esposte, che organizzeranno per l’occasione una speciale photowalk nelle vie di Napoli, partendo proprio dal Palazzo delle Arti di Napoli.
Una sana e corretta educazione emozionale insegna, dunque, alle donne a difendersi dalla violenza ed a distinguere chiaramente la linea sottile che separa l’amore dal non-amore.
Agnese Serrapica