Sugli ultimi crolli avvenuti all’interno degli scavi archeologici di Pompei interviene Carmine Lo Sapio, dirigente provinciale del Partito Democratico:
“I crolli che stanno interessando l’unico esempio al mondo di città romana nella sua interezza devono essere considerati un vero e proprio crimine contro l’umanità. Ciò che il Vesuvio ha custodito per secoli non può franare per l’inefficienza delle istituzioni. Gli scavi di Pompei sono il DNA della storia culturale umana.
Una testimonianza che abbiamo il dovere di preservare e garantire ai contemporanei ed alle future generazioni. Temo non sia possibile aspettare ancora, sono necessari interventi risolutivi ed immediati.
A prescindere da chi ha l’onere della gestione, settore pubblico o privato, bisogna perseguire un management efficiente.
Ad oggi abbiamo assistito ad un fallimento da parte di una gestione pubblica dell’area archeologica. I problemi trovano culmine nei crolli delle domus e dei muri antichi ma ce ne sono altri che quotidianamente gridano vendetta.
Se le antiche case continuano a crollare vuol dire che le decisioni assunte non rappresentano una soluzione. Di necessità virtù, se non si cambia registro ben vengano i privati.
La burocrazia soffoca ogni iniziativa, è una gabbia che imprigiona e rende nulla qualsiasi volontà di riscatto. Bisogna assolutamente tenere alta l’attenzione per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata ma ci sono altri aspetti che potrebbero essere rivisti. Per la straordinarietà che i beni archeologici rappresentano nel nostro Paese si dovrebbero prevedere norme ad hoc.
La città nuova è legata a doppio filo alle sorti delle rovine archeologiche eppure è totalmente estranea alla loro gestione. Vi è una reazione di sgomento e di rabbia alla notizia di ogni nuovo crollo. L’amministrazione comunale ha la responsabilità di trasformare questa fortunata presenza nel suo territorio in una ricchezza socioeconomica per l’intera comunità ma nulla può al suo interno.
Credo sia giusto che i rappresentanti scelti dalla cittadinanza partecipino attivamente anche alla gestione interna del sito sedendo nel Consiglio d’Amministrazione degli Scavi. Questa partecipazione andrebbe a colmare una cesura inspiegabile tra la città nuova e l’area archeologica.
Invitiamo il presidente del Consiglio a prendere visione della drammatica realtà in prima persona, così come invitiamo il ministro Dario Franceschini. Sarebbe una dimostrazione di grande attenzione verso questo problema che sembra irrisolvibile, auspicando che agli annunci facciano seguito azioni concrete.
Nell’immediato ci vorrebbe un’iniezione di adrenalina per svegliare dal torpore tutto e tutti.
Mettere in campo energie preparate per evitare lo spreco dei fondi europei, è inaccettabile sentirsi dire che non si possono investire per mancanza di tempo, la verità è che non si è preparati sul come utilizzarli. Allo stesso tempo bisogna sbloccare le assunzione per immettere nuova energia in un organico demotivato e con un’età media molto elevata.
E soprattutto prevedere procedimenti burocratici più snelli. E’ una sfida che portiamo avanti sotto lo sguardo attento del mondo intero. Non possiamo fallire, ne va del sistema paese”.