Catena umana a difesa simbolica del perimetro esterno del MAV ( museo archeologico virtuale ) a Ercolano. A promuovere l’iniziativa , messa in essere da circa 300 studenti, il Pd locale che intende così evidenziare la necessità di preservare un bene comune dall’inciviltà di vandali e teppisti.
Tutto giusto, nobile, encomiabile : se però a volere il MAV lì dov’è non fossero stati proprio leader ( oggi parlamentari o profeti eccellenti fuori patria) dello stesso partito. Sono anni che il perimetro esterno del museo funge da mega orinatoio a cielo aperto, che balordi pascolano all’imbrunire nei viali laterali della struttura consumando spesso indisturbati stupefacenti, che si saccheggiano le insegne esterne della struttura e lo stesso movimento politico che ha voluto il MAV così com’è oggi solo adesso sensibilizza l’opinione pubblica?
La gente fatica invece a comprendere perché la magistratura non indaghi sul mancato funzionamento del servizio di telesorveglianza presente in loco praticamente “ornamentale” dall’installazione.
Ormai nessuno ci casca più : il problema che avvinghia in una spirale mortale l’economia e l’evoluzione sociale di Ercolano è ben più complesso. Scoprire solo in questo frangente storico l’arretratezza culturale e l’inciviltà che regna in buona parte del centro storico senza che poi nulla di concreto si sia fatto per migliorare la qualità d’esistenza di una delle zone più rappresentative del paese è offendere l’intelligenza dei residenti.
Parlamentari e leadership politici si ricordano del MAV solo quando c’è da pubblicizzare qualche loro opera editoriale o per meeting , spesso di dubbio contenuto, finalizzati ad arricchire il curriculum vitae degli stessi. Dinanzi ad un simile scempio il sano contribuente ercolanese resta allibito : il motivo per cui questa indignazione popolare non venga poi evidenziata dai mass media è insito nel poco spazio concesso alla gente “comune”. Della serie se non hai “santi in paradiso ” taci e subisci.
Alfonso Maria Liguori