“Un nuovo terribile colpo si abbatte sul Porto di Napoli che, a causa di carenze infrastrutturali e costi di approdo eccessivi, da maggio rischia di perdere l’unica linea regolare diretta di collegamento con Cina ed Estremo Oriente che, con 110mila teu (unità equivalente a venti piedi) l’anno, rappresenta il 35% del traffico container nello scalo partenopeo”.
Così il vicecapogruppo regionale del Partito Democratico, Antonio Marciano, dopo alcune indiscrezioni apparse su un sito specializzato del settore marittimo.
“Il Porto di Napoli continua nella sua progressiva perdita di competitività, nell’indifferenza degli attori principali della politica locale, che nel 2013 ha già portato a un calo del -12,8% nel traffico container rispetto all’anno precedente: il primo porto del Mediterraneo resterà ancora più emarginato dalle correnti di traffico internazionali, ormai avviato a una mesta retrocessione a scalo regionale. Gli effetti di questa situazione inizieranno a sentirsi nei prossimi mesi, e dell’inevitabile cambio della catena logistica soffrirà soprattutto la nostra economia regionale, perché sia le merci in import sia in export saranno gravate da maggiori costi e rese più lunghe, come lamentano gli operatori”, prosegue il consigliere.
“È ora che il Governatore Caldoro e il Sindaco De Magistris, che pure siedono nel Comitato Portuale, si diano finalmente una mossa, iniziando a interessarsi concretamente dello scalo partenopeo. Bisogna metter fine al commissariamento, innanzitutto, indicando un Presidente che sia in grado di assicurare autorevolezza, competenza e certezza nel governo del Porto, che un incarico a termine non può garantire. E quindi uscire dalle ipotesi e dal libro dei sogni per iniziare ad adeguare il nostro scale alle sfide che il mercato richiede, partendo dai necessari lavori di adeguamento infrastrutturale”, conclude Marciano.