Crollo alla Schola Armaturarum: Comune parte civile

49 teatro grande duranteLa prima sezione penale del tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Alfonso Barbarano) ha dato il via al processo per il crollo della Schola Armaturarum, avvenuto il 6 novembre 2010. Durante la prima udienza, il collegio giudicante ha semplicemente fissato l’udienza di prosieguo ed accolto la costituzione di parte civile presentata dal Comune di Pompei tramite il suo legale, l’avvocatessa Angela Luigia Ruggiero, incaricata su delibera di Giunta pochi giorni prima della caduta dell’ex sindaco Claudio D’Alessio. «Ad ogni crollo avvenuto all’interno degli Scavi di Pompei – ha spiegato Barbarano – è palese che ci sia un danno anche per il Comune, la cui immagine viene lesa per l’enorme eco mediatica». Unica imputata per il crollo della Schola Armaturarum – che risponde di disastro colposo – è l’architetto in pensione Paola Rispoli, all’epoca dei fatti responsabile delle Regioni I e III (l’edificio crollato si trovava proprio nella Regio III).

Praticamente in contemporanea, nell’aula 5 è andato in scena l’ennesimo rinvio dell’udienza preliminare per l’altro episodio eclatante, quello degli sprechi per i lavori al Teatro Grande degli Scavi di Pompei. Il gup del tribunale oplontino è stato costretto nuovamente a rinviare per «un difetto di notifica» nella convocazione che riguarda il principale indagato, Marcello Fiori, ora tra i responsabili di Forza Italia, ma fra il 2009 e il 2010 commissario straordinario degli Scavi di Pompei. Durante quella che fu considerata una vera e propria «emergenza Pompei», gestita dalla Protezione Civile alla stregua del terremoto dell’Aquila, Fiori fu nominato responsabile dell’area archeologica per la spesa di circa 79 milioni di euro rimasti nelle casse della Soprintendenza. E proprio quelle spese, mentre Sandro Bondi era ministro, sono finite sotto inchiesta, in particolare il presunto restauro del Teatro Grande, che inizialmente doveva costare meno di mezzo milione di euro, ma a lavori ultimati il prezzo lievitò fino ad 8 milioni.

Il progetto iniziale prevedeva una risistemazione del Teatro per accogliere gli spettacoli da organizzare in collaborazione con il San Carlo di Napoli. «Invece – spiega Antonio Irlando, responsabile dell’Osservatorio Patrimonio Culturale – si trattò di un vero e proprio scempio, con la trasformazione del Teatro Grande in una volgare arena da villaggio turistico, con l’utilizzo di tufo moderno e cemento armato». Fino ad allora, ogni estate il cartellone di eventi era ricco, invece ora nessuno spettacolo più è stato effettuato dopo l’inaugurazione e, secondo gli esperti, sarebbe stata anche parzialmente rovinata l’acustica originale.

Visto che tra gli indagati ci sono sette persone, un’azienda e la Soprintendenza, il gup oplontino ha deciso di fissare già due udienze separate: durante la prima, prevista per fine aprile, discuterà il pm Rossella Annunziata, la quale esporrà le tesi accusatorie per portare a processo tutti gli indagati; durante l’altra udienza, le difese cercheranno di confutare tutte le accuse nei confronti di Marcello Fiori, della titolare della ditta esecutrice dei lavori e degli altri indagati. La precedente udienza, svoltasi a novembre e rinviata a ieri, era saltata per il matrimonio dello stesso Fiori, indagato per abuso d’ufficio.

Intanto, domani mattina alle 8:30, le guide turistiche della Campania si riuniranno all’ingresso di Porta Marina Inferiore per un sit-in di protesta «contro la Legge Europea 2013che istituisce la Guida nazionale». La protesta è stata organizzata dal Comitato Turismo Campania, appoggiato dalla Filcams-Cgil, dalla Uil-Uiltucs, dallUsae-Finact, dalla Federagit e dall’Associazione Guide Turistiche Campane. Si prevedono disagi per i turisti.

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