Al Piccolo Bellini di Napoli , dal 20 al 30 marzo prossimi, è di scena “l’Associazione Culturale “Vo.Di.Scampia” nello spettacolo “Diego – non sarò mai un uomo comune”, progetto e regia di Aniello Mallardo,’interpreti Maddalena Stornaiuolo e Luigi Credendino, scene di Sissi Farina, costumi di Anna Verde.
Il lavoro (come recita la presentazione), vuole evidenziare l’impatto di un grande calciatore, Diego Armando Maradona, sulla vita di Napoli e dei napoletani negli anni ‘80, raccontando la vicenda di due ragazzi, Lello e Tonia, attraverso un linguaggio semplice, a volte stravagante, evidenziando l’inesperienza dei protagonisti che, all’interno di una società “ipercalcistizzata”, provano a isolarsi in un loro angolino.
Purtroppo i due saranno inevitabilmente schiacciati da una città che è presa dai gol e dalle vittorie del “Pipe de Oro”. In definitiva una storia d’amore tra due tifosi di una “Squadra Stellare” che ha fatto sognare i suoi fan attraverso le gesta del più famoso calciatore di tutti i tempi, il quale, forse inconsapevolmente, costruisce la favola di una società ormai impregnata del problema della droga, del totocalcio clandestino, della chiusura dell’Italsider, della mancanza di lavoro, nonché della spietata storia dell’avvelenamento di una terra che anticamente faceva parte della “Campania Felix”.
Il mito di Maradona, la sua grande capacità di entusiasmare le folle con un gol, sono le gioie di un popolo in cerca di riscatto. La compagnia di Scampia racconta una Napoli inedita, narcotizzata dal calcio: coppe e scudetti che hanno fatto dimenticare le tante vittime della droga e tutto il resto. Una storia passata (sono trascorsi circa trent’anni), ma che forse ha la sua validità ancora oggi, da cui potremmo attingere insegnamenti proficui.
Federico Orsini