Dopo la sconfitta interna contro la Fiorentina, gli azzurri del presidente De Laurentiis affrontano al “Massimino” un Catania in piena lotta per la salvezza. Il tecnico partenopeo lascia riposare R. Albiol, Inler e Higuain, oltre all’infortunato Martens. Lo schieramento difensivo adottato è del tutto inedito con il tutto fare Henrique sulla corsia di destra, la coppia centrale è formata da Fernandez, sempre più leader difensivo, soprattutto dopo le dichiarazioni in settimana, Britos con il francese Reveillere sull’out sinistro.
In mediana il compito d’impostazione è affidato a Jorginho accanto allo svizzero Dzemailli, in attacco Duvan Zapata rileva il Pipita. Da notare subito un centrocampo differente nel modo di giocare perché l’italo-brasiliano Jorginho prende palla dalla difesa e cerca già l’impostazione con Hamsik che fa un vero e proprio gioco di elastico fra il centrocampo e l’attacco. La squadra avversaria allenata da Maran mette il Napoli in difficoltà soprattutto nei primi venti minuti, soprattutto con Keko un attaccante esterno molto interessante di ventidue anni proveniente dagli spagnoli dell’Atletico Madrid. Il centrocampo rossoblù è affidato alle genialità del napoletano Lodi, un calciatore a mio parere molto forte tecnicamente con una carriera che non rispecchia i suoi veri valori. I partenopei applicano, facendo gioire i propri tifosi, quel tiki taka tanto caro a Benitez, fa circolare molto velocemente la palla facendo correre a vuoto gli avversari.
La prima gara termina con il Napoli in vantaggio di quattro goal, grazie alla doppietta di Duvan Zapata e ai goal di Callejon e di un sorprendente Henrique. Nella seconda parte della gara, il Napoli forte del risultato acquisito, concede campo, spazio e profondità alla squadra etnea che rifila un doppio colpo e fa correre poi diversi pericoli alla retroguardia azzurra. Il Napoli è privo di concentrazione, sulle gambe quasi come volesse far trascorrere il tempo senza osare, senza aggredire la profondità. La squadra è sembrata paga del risultato, ha subito due goal su azione da calcio piazzato, confermando che la retroguardia azzurra concede troppo.
L’importante era vincere per affrontare mantenere inalterato il distacco dalla Roma vittoriosa nell’anticipo. Questi atteggiamenti tattici non sono da grande squadra, chi punta a obiettivi importanti, deve domare l’avversario, sempre.
Nando Zanga