“Le caffetterie napoletane ed ischitane – raccontano il leader degli ecorottamatori Verdi Francesco Emilio Borrelli e Gianni Simioli della radiazza – hanno preparato una locandina di accoglienza con il cancelliere che degusta un buon caffè sapendo che anche lei ne è ghiotta. In ogni caso è confermato il flash mob in contemporanea al servizio di Report che andrà in onda con una inchiesta contro il caffè napoletano. Intanto crescono le adesioni all’ hashtag #amoilcaffèdinapoli. Flop invece per l’ hastag lanciato in sostegno dell’esperto triestino #iostoconandrej. A quanto sembra i suoi giudizi non hanno entusiasmato nessuno.
Intanto Gino Sorbillo di nuovo pizzaiolo ufficiale di MasterChef dedica il suo successo e la sua nuova performance al caffè napoletano: “questo attacco alle tradizioni e alle eccellenze napoletane va respinto senza esitazioni da parte di tutte le categorie. E’ diventata una abitudine insopportabile quella di personaggi o politici in cerca di pubblicità che sparano a zero contro la nostra terra senza alcun contraddittorio”.
La perfomance teatrale di Andrej Godina sul caffè a Napoli non ha convinto per nulla le associazioni di degustatori.
Scae Italia, a cui fa riferimento, prende chiaramente le distanze con questo comunicato diffuso in tutte le redazioni.
A seguito di quanto affermato da Andrej Godina relativamente alla qualità del caffè servito in alcuni bar della città di Napoli, trasmettiamo qui di seguito, come richiestoci da SCAE (Speciality Coffee Association of Europe), una nota stampa emessa dall’Associazione stessa.
“Le opinioni espresse da Andrej Godina nella recente intervista apparsa sui media italiani sono strettamente personali e non rappresentative delle opinioni e dell’atteggiamento di SCAE nei confronti dei torrefattori, operatori di bar e baristi italiani”.
Anche l’Istituto Internazionale Assaggiatori di Caffè ha diffuso una nota scrivendo sulle polemiche sul caffè a Napoli: ” esiste un metodo scientifico per valutare la qualità del caffè ed è basato sull’analisi sensoriale. Quanto visto sinora a Napoli rientra più che altro nella critica enogastronomica, materia che non offre certezza del dato”.