Centri scommesse: 30 lavoratori a rischio licenziamento

agenzie scommesseLa Cogetec, azienda nazionale del settore scommesse sportive, ha iniziato in tutta Italia una serie di cessioni delle agenzie giustificandole per un eventuale rilancio delle stesse. Anche a Napoli la Cogetec ha adottato la “strategia” della frammentazione dell’azienda portando le agenzie sul territorio al di sotto dei 15 dipendenti.

La Uiltucs in fase di esame congiunto, ha chiesto tutele affinché il piano industriale presentato sia coerente e quindi siano date maggiori garanzie occupazionali non oltre il limite previsto dalle leggi in materia.

“L’azienda si è rifiutata di mantenere questo standard e per tale motivo gli accordi non furono firmati – dichiara Rino Strazzullo, segretario generale della Uiltucs Campania, e la verità solo oggi è venuta a galla. Infatti le due agenzie di Napoli, ex Cogetec, denominate DioclezianoBet e PuteolanBet, non hanno un futuro certo. I circa 30 dipendenti delle due agenzie lamentano, dal passaggio ad oggi, ritardi notevoli nei pagamenti, mancata applicazione di alcune voci in busta paga (vedi Ticket), le agenzie vivono in uno stato pietoso senza alcuna manutenzione e ai dipendenti di DioclezianoBet, che sono in sciopero, gli è stato chiesto di andare a lavorare a Torino con un contratto Part-time.

Diversa la situazione, ma ancor più grave, per i dipendenti di PuteolanBet, anche perché la loro agenzia a dicembre è stata devastata da un incendio. Il punto scommesse è chiuso e il futuro dei lavoratori è totalmente incerto. Il sindacato – continua Strazzullo – vede in questa cessione solo una frammentazione per liberarsi dei dipendenti in considerazione del fatto che la concessione governativa sulle scommesse è ancora in capo a Cogetec e scadrà nel 2016. Su tutta questa anomala vicenda, che rischia di far uscire dal mondo del lavoro ben 30 famiglie, in un territorio come quello flegreo già in grossa crisi occupazionale, la Uiltucs chiede che venga subito creato un tavolo per fare chiarezza sull’intera vicenda e per provare a mantenere i livelli occupazionali. Non si può – conclude Strazzullo – continuare a speculare sulla pelle dei lavoratori utilizzando leggi a sostegno di cessioni che ormai non garantiscono più il lavoro”.

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