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Scoperta choc a Quisisana: dardi con punta corazzata

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Dardi con punta corazzata e acuminata: scoperta choc sui boschi di Quisisana. Le pericolose frecce sono state rinvenute dal naturalista Ferdinando Fontanella in via Giusso, a ridosso del parco di Palazzo Reale di Quisisana. Informati di quanto accaduto, i carabinieri hanno allargato il fascicolo d’inchiesta aperto dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata dopo che un cane randagio è stato brutalmente massacrato a colpi di ascia o di machete. Si sospetta, infatti, che anche i dardi vengano utilizzati per atti di crudeltà contro gli animali.

I dardi di fattura artigianale, lunghi circa 35 centimetri, sono costituiti da un’asta di legno munita di punta corazzata e acuminata di 7 centimetri. All’estremità posteriore dell’asta portano un ciuffo di fili di lana rossa che servirebbe a facilitare il ritrovamento dell’arnese una volta lanciato. «Dopo il 26 gennaio – ha spiegato il naturalista Fontanella – giorno in cui è stato ritrovato il randagio massacrato, alcuni frequentatori del luogo mi hanno confidato di essere a conoscenza di svariati atti di crudeltà contro cani, gatti e animali selvatici che nei boschi trovano rifugio. Da allora ho cercato riscontro a queste dichiarazioni, e le ricerche mi hanno portato ad esplorare il sottobosco del parco di Quisisana».

È stato lo stesso Fontanella ad avvertire le autorità quel 26 gennaio: l’animale è stato curato dal Servizio Veterinario di Pompei della locale Asl Na3 Sud, e dopo una complicata operazione è riuscito a sopravvivere ed è poi stato adottato. Il cane aveva subito un taglio profondissimo all’altezza della coda, che gli è stata asportata. Dell’episodio è stato informato anche il Garante per la tutela degli animali, e subito dopo la Procura ha deciso di aprire un’inchiesta sui maltrattamenti in quell’area. «Oltre alle armi da taglio, mi è stato detto, – ha continuato Fontanella – per offendere gli animali alcuni individui adoperano anche armi capaci di lanciare frecce. Nei giorni scorsi durante una passeggiata nel tratto iniziale di via Giusso, quello a ridosso del bosco della Reggia, ho rinvenuto due dardi artigianali profondamente infissi nel suolo. Il rinvenimento di questi manufatti è a dir poco inquietante perché sembra confermare le voci popolari sull’uso di armi costruite con l’intento di offendere animali inermi. – ha concluso il naturalista – Per mettere un freno alle brutalità che da troppo tempo si verificano a Quisisana ho provveduto a segnalare il ritrovamento, e consegnare i dardi, alla compagnia dei carabinieri di Castellammare».

Periodicamente nell’area stabiese e sui monti Lattari si assistono a vere e proprie mattante di animali che carabinieri e Procura stanno cercando di fermare definitivamente. Più volte le associazioni animalisti hanno parlato di «stragi» ipotizzando addirittura l’esistenza di una setta che opererebbe nella zona del monte Faito effettuando macabri rituali. Più volte sono state organizzate manifestazioni per dire «no» alla mattanza dei randagi.

Francesco Ferrigno

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