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“Liberi dalla camorra”? E’ polemica in città

strazzullo“Ercolano è una città libera dalla camorra” : queste parole, pronunciate in un convegno sulla legalità  tenuto presso il MAV (museo archeologico virtuale) di Ercolano dal sindaco Vincenzo Strazzullo hanno sollevato non poche perplessità tra i residenti. Lo stesso Tano Grasso  in un meeting tenuto al MAV tempo addietro  sulla lotta al racket aveva decisamente ammonito i cittadini a non abbassare la guardia dinanzi al fenomeno mafioso anche quando sembrerebbe di fatto  debellato a suon di arresti e pentimenti eccellenti.

I poteri infatti rigenerativi  del crimine organizzato sono rapidissimi e devastanti, aveva precisato Grasso, nel loro potere offensivo.  Pur conoscendo l’impegno in difesa del vivere civile del primo cittadino Strazzullo e lodandone l’ottimismo sembra un po’ eccessivo parlare di città “libera” quando poco prima del convegno sulla legalità era stato preso di mira proprio il Palazzo di Città.

L’assalto notturno all’ingresso laterale della struttura, stranamente messo in risalto da buona  parte dei mass media con grande ritardo, la dice al contrario lunga sulle capacità offensive di un sistema criminale che potrebbe cercare alleanze eccellenti con potenti clan di paesi limitrofi pur di riappropriarsi degli affari illeciti in città.

Ci si chiede infatti come “campino” i figli, i nipoti e i “comparielli”  dei potenti sodalizi criminali ercolanesi  se il fenomeno camorristico è stato debellato definitivamente (cosa che ci augureremmo) da Ercolano. Non è poi così difficile vedere la next generation della camorra scorrazzare su potenti moto o auto di grossa cilindrata in particolar modo nel weekend.

Tutto sta ovviamente a indirizzare lo sguardo verso  rampolli dei veri “boss” e non verso la manovalanza spicciola che in realtà non se l’è mai “passata bene”.  Occorrerebbe quindi abbassare i toni ed essere più “cauti” nell’affermare di aver sconfitto un nemico forse ferito gravemente ma non ancora “ucciso”. Il tutto sempre nel rispetto della dignità e dell’intelligenza del popolo ercolanese.

Alfonso Maria Liguori

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