Burocrazia e classe politica inefficiente: la protesta degli imprenditori

gragnano

È stallo sulla questione del Piano Urbanistico Comunale (Puc): l’associazione di imprenditori “Gragnano Enterprise” ha scritto nelle ultime ore al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi, al governatore Stefano Caldoro, al presidente della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo e alla commissione straordinaria prefettizia.

Di seguito il testo della lettera.

A Gragnano, 30mila abitanti, da decenni manca il Piano Regolatore Comunale. In un susseguirsi di nuove norme da parte della Regione, Provincia, Piani Urbanistici Territoriali, Antisismici, norme dei Bacini per il dissesto idrogeologico, negli ultimi decenni ci sono stati diversi progetti di Piano affidati e pagati a più urbanisti, anche con potere di commissariamento, come quello ad esempio della Provincia. Tutti hanno avuto lo stesso esito: si sono persi nei meandri della burocrazia e nell’inerzia delle amministrazioni comunali che si sono susseguite.

Oggi l’ennesimo Puc è in itinere, ancora in mano agli ennesimi progettisti che si erano impegnati pubblicamente a consegnarlo entro l’estate 2013. La presenza alla guida del Comune di una commissione straordinaria ci faceva sperare che finalmente sarebbe stato adottato, ma mancano pochi mesi alle elezioni di maggio 2014 e lo stallo continua. La prossima amministrazione eletta vorrà certamente rimetterci le mani e ricomincerà un altro giro. Certamente anche questa volta il ritardo sarà motivato da problemi vari, ma come imprenditori che aspettano da decenni questo Piano per realizzare opportunità di crescita anche occupazionale, in un territorio con una disoccupazione giovanile alle stelle e quasi tutti i giovani emigrati o in procinto di farlo, ci sembrano un’assurdità queste lungaggini. Allo stato dei fatti non è possibile chiedere un permesso edilizio per realizzare una struttura artigianale o industriale, un ampliamento produttivo, una delocalizzazione nella zona artigianale/industriale pur prevista nei progetti del Puc.
Allora cosa dovremmo fare? Andare a produrre altrove? Già alcune industrie importanti stanno parzialmente delocalizzando, e non possono essere penalizzate ulteriormente.

Il rispetto delle regole, specie quelle urbanistiche, vuole essere la nostra idea guida, ma non possiamo aspettare tutta la vita un treno che non passa mai.

L’inefficienza della burocrazia e della classe politica non può essere pagata da imprenditori e lavoratori. Siamo stanchi di lottare a vuoto. Ci aspettiamo un Vostro intervento di sollecitazione e ci dichiariamo disponibili ad un incontro di persona con una nostra delegazione se lo riterrete opportuno.

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