Il nostro partito sta vivendo un paradosso inaccettabile. Mentre il Paese attraversa una fase di accanite discussioni intorno alle
Riforme proposte dal Governo la nostra città attraversa una delle crisi più gravi dal dopoguerra ad oggi.
Tutto ciò con un partito, quello stabiese, incartato in mille contraddizioni, assente su qualsiasi tema, che da circa sei mesi non riesce ad eleggere i suoi organi, presidente e segreteria. Il coordinamento cittadino è chiamato, in primo luogo, a dare una risposta su come sia stato e sia possibile tutto ciò dopo l’entusiasmante battaglia elettorale di appena un anno fa che riportò il centrosinistra alla guida della città.
Come sia stato possibile che le centinaia di dirigenti, militanti ed elettori che espressero una meravigliosa forza e passione politica, siano oggi dispersi e ignorati. Occorre riconoscere che è prevalsa una concezione del partito come un orpello fastidioso, le cui discussioni quasi disturbano chi è chiamato a gestire il potere o rallentano l’azione amministrativa.
In altri casi il partito viene pedestremente strumentalizzato: a volte, quando conviene, si deve sentire il partito per fermare ciò che non piace, in altre occasioni, su rilevanti problemi che dovrebbero impegnare il partito ma anche la città attraverso le associazioni e i sindacati, oltre ai contenuti non si conosce nemmeno la data della convocazione del Consiglio comunale.
Nel frattempo sulla questione Terme, sul risanamento di via De Gasperi, sulla gestione della raccolta differenziata è calato il buio più fitto. Il tema dominante nei retrobottega della politica si chiama rimpasto o rimpastino.
Occorre dire in maniera netta e chiara che il Pd è assolutamente contrario ad operazioni da vecchia politica che aggravano e non risolvono i gravi problemi cittadini. Il Pd, in diverse sedi, ha sempre riaffermato che occorre recuperare lo spirito e l’interezza della coalizione che ha vinto le elezioni, comprese quelle forze che non hanno avuto rappresentanza in Consiglio e che comunque
hanno contribuito alla vittoria del centrosinistra.
In particolare Sel va coinvolta sul piano programmatico e politico. Il Pd deve essere il partito più interessato a ricucire lo strappo determinatosi sul dissesto e ad intraprendere un’iniziativa specifica in tal senso. Occorre che il Pd si renda protagonista dell’apertura di una vera e propria verifica politico/programmatica che non sia chiusa nei e tra i partiti ma che coinvolga la città attraverso le associazioni sociali, sindacali, di categoria e del volontariato e che si concluda con un aggiornamento del programma, in particolare alla luce del dissesto, ed un azzeramento della Giunta al fine di renderla meglio all’altezza della sfida per il risanamento e lo sviluppo.
Riteniamo che questo percorso vada concluso prima delle elezioni europee e dell’approvazione del bilancio per ottenere un reale cambio di passo dell’azione politica e amministrativa. Per questo con il presente documento chiediamo al segretario di impegnarsi a convocare il coordinamento entro venerdì 11 aprile al fine di eleggere il presidente e la segreteria per permettere al partito, nella sua pienezza, di supportare e orientare l’agire dell’amministrazione.