Il Gazzettino vesuviano | IGV

“In bocca al lupo!”, per l’Irpinia al Vinitaly

Intervento di Costantino Capone IMG_8709Una affollatissima conferenza stampa, tenuta presso l’aula magna di “Eccellenze campane” in via Brin, ricca di giornalisti e televisioni, in cerca di uno scoop per “chiarificare” alcune polemiche sorte in virtù della decisa partecipazione in uno stand proprio dell’Irpinia al Vinitaly e non in quello della regione Campania, è stata il momento per fare apprezzare ancor più lo spirito con il quale Costantino Capone Presidente della Camera di Commercio di Avellino, ha preso questa decisione.

Perfettamente concorde sulle decisioni di Capone, espresse alla tanta stampa presente, si è detto anche Sabino Basso Presidente di Confindustria Campania ed avellinese, come anche Maura Sarno titolare dell’omonima tenuta che ha dichiarato:”Per noi questa è una sfida importante che ci inorgoglisce, i vini rappresentano un territorio e noi facciamo bene a promuovere anche il territorio”. Un territorio che da lustro alla Campania con le sue 3 DOCG tra Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo e potremmo dire quattro eccellenze che con il DOCG Greco di Tufo spumante, gli altri vin DOC e IGT diviene predominante, non solo sull’intera regione, ma in campo nazionale dove risulta ai primissimi posti in classifica, appunto, per le DOCG.

Quello di Capone è stato un discorso che veramente in tanti hanno apprezzato ed hanno così capito perchè l’Irpinia con i suoi 70 produttori sarà presente alla grande fiera del vino, nello stand proprio, ma diviso in parte con il Lazio che porterà i suoi 40 vini e vicino alla Campania con 117 aziende.
Capone ha detto: “Vogliamo seguire una nostra strategia!

Considerato che nel 2013, l’export dei vini irpini ha fatto + 13, è chiaro che l’indicazione del mercato è verso l’estero, quindi l’internazionalizzazione!.
Dalle nostre indagini l’internazionalizzazione si rafforza non solo sulla qualità del prodotto, ma anche con la trasmissione del territorio di appartenenza, perchè dato che le nostre aziende non sono quantitative, ma qualitative ed hanno basse produzioni, ma di qualità eccellenti, dobbiamo coniugare anche l’emozione del territorio di appartenenza e l’Irpinia è fatta di Arte, Natura, Castelli, oltre 100 Agriturismi; è fatta di qualità della vita. Oggi si parla non più di esportare il Made in Italy, ma di esportare il Life in Italy, cioè lo stile di vita italiano e chi meglio del vino può essere ambasciatore di questo messaggio del territorio? Se questa è la strategia, è evidente che rimanere in uno spazio compresso, che era quello del padiglione Campania, dove per la verità più volte sia la Regione, sia Unioncamere hanno chiesto a Fiera Verona gli ampliamenti degli spazi perchè eravamo stretti e non ci è stata mai concessa, allora l’Irpinia, con la Camera di Commercio di Avellino, si è incuneata in uno spazio che si è creato ed ha ottenuto 1500 mq. ulteriori all’area fieristica della Campania.

Abbiamo però posto una condizione ben precisa che l’ampliamento doveva avvenire in una struttura attigua alla Campania, proprio perchè noi non abbiamo l’esigenza di distinguerci, ma abbiamo l’esigenza di disegnare una strategia ed abbiamo l’esigenza di imporre anche un altro fatto, che la Campania, anche in questo caso attraverso l’Irpinia, si espande al Vinitaly. Le grandi regioni Veneto, Piemonte, Toscana, hanno spazi enormi 10.000 / 15.000 mq., allora ci siamo chiesti: perchè la Campania, terra di eccellenze, deve avere solo 4.500 mq.? Iniziamo questa espansione e spero che l’anno prossimo ci ingrandiremo ancora di più, ma deve essere inteso come l’Irpinia che disegna una nuova strategia facendolo nel contesto della regione di appartenenza, quindi per quanto ci riguarda non abbiamo nessuna velleità di distinguerci, ma solo la necessità di comunicare una nuova strategia che è quella del territorio perchè comunicando il territorio significa creare emozioni, attrarre potenziale turisti, significa allargare la tipologia oltre al vino anche alle altre eccellenze. E’ una strategia vincente? Speriamo di si! Perchè, poi, Fiera Verona dopo Bordeaux è la più grande fiera al mondo per il settore vini. Abbiamo fatto una comunicazione di marketing che informa con precisione che chi entrerà in Fiera dall’ingresso principale troverà subito il nostro stand che si chiamerà Irpinia. Al centro di questo spazio avremo piazza Irpinia dove sono stati programmati una serie di eventi con “Verticali e Parallele” Esercizi di Gusto, con tre grandi personaggi della ristorazione: Moreno Cedroni, Simone Fracassi e Alberto Marcomini, ci sarà il “WinePression”, “Agroqualità” un supporto per la certificazione alimentare, il “Taste& Buy” un servizio di incontri one-to-one con i buyers internazionali offerto dalla CCIAA, ed altri momenti di attrazione.

Con l’abolizione delle Provincie, le Camere di Commercio sono l’unico baluardo con cui l’impresa può interfacciare e siccome l’impresa è l’unica istituzione che può risolvere i problemi della crisi creando posti di lavoro, qualsiasi ente che sta sul territorio, deve coccolare quell’impresa, crearne le condizioni per crescere, aumentare nuove imprese e soprattutto aiutarla negli investimenti e questo lo so bene perchè io faccio l’imprenditore di professione. Se tante imprese che arrivano al Vinitaly sono la piccola impresa, ma anche la grandissima, io sono certo che, se non ci fosse stata la Camera di Commercio non sarebbero state 70 le aziende che presentiamo a Verona, ma sarebbero giunte in 10 perchè le altre non avevano la dimensione e le capacità economiche per andarci e siccome tutte le 200 aziende che abbiamo in Irpinia hanno fatto una politica di territorio, la nostra ambizione è di portare tutte le 200 cantine dell’Irpinia al Vinitaly, proprio per dire il territorio Irpinia è un territorio a vocazione vitivinicola. Quando parlate di Chianti o di Franciacorta, mica vi ponete il problema il Chianti dov’è, lo sapete tutti che è in Toscana, allora la comunicazione di questo brand deve servire a rendere noto che l’Irpinia è in Campania, non potrà essere nel Lazio e quindi noi guardiamo solo all’impresa e non accettiamo speculazioni di piccolo cabotaggio”. Terminando, un giornalista ha ricordato la storica frase espressa dal ministro dell’Agricoltura in epoca Fascista che affermò: “non me ne vogliano i miei amici piemontesi, ma questo Aglianico non ha nulla da invidiare ad un nostro Barolo” e Capone ha affermato: “Ci ha aperto la strada!”.
Giuseppe De Girolamo

Exit mobile version