Mille le potenzialità produttive di un territorio che per decenni si è trovato a fare i conti con un sistema malavitoso spietato, con la disperazione di chi ha avuto da sempre ben poco da perdere e soprattutto con una scolarizzazione non al passo con i tempi. Nel lodare l’impegno insostituibile delle associazioni locali, dei volontari e dei giovanissimi che quotidianamente contrastano pacificamente il crimine organizzato non ci si può tuttavia astenere dal costatare con amarezza come a queste coraggiose iniziative non seguano poi interventi politici radicali tali da creare occupazione in paese.
Perché sia chiaro senza lavoro non si va da nessuna parte : riecheggiano ancora in aula consiliare le parole di un consigliere comunale, professionista nel quotidiano, che provocatoriamente invitavano l’allora sindaco di Ercolano Nino Daniele a dichiarare pubblicamente la propria mansione lavorativa se si fosse dimesso dalla carica di primo cittadino perdendone così i benefici economici.
Si vive per la politica e non “di”: questo ogni onesto amministratore , a prescindere dal ruolo ricoperto, dovrebbe aver ben presente rispettando un mandato che lo pone quale rappresentante di una comunità che vanta duemila anni di storia. Ercolano necessita oggi più che mai di un atto d’amore concreto da parte di chi la governa: amore che possa donare speranza alle nuove leve indigene fermando la triste emigrazione dei giovani costretti a cercare altrove quel minimo di vivibilità che i luoghi natii non hanno mai saputo offrirgli.
Alfonso Maria Liguori