Magari i signori cinesi investissero seriamente a Ercolano creando occupazione: della cosa non si potrebbe che gioire avendo a cuore il futuro delle nuove leve indigene. A Ercolano però non si ragiona in modo “unitario” ovvero considerando il paese nella sua completezza e non diviso in “ricchi e poveri”, “ ignoranti e dotti” come per decenni abilmente qualche scaltro amministratore ha fatto.
La città necessita di immediati interventi votati all’occupazione e non di inutili ciance: l’aspetto aulico, i filosofismi non riempiono al momento le pance dei troppi inoccupati costretti a cercare altrove quel minimo di vivibilità che Ercolano non ha mai saputo offrirgli. Una comunità che vanta natali celeberrimi come quella vesuviana deve si arricchirsi ulteriormente sotto il profilo culturale unendo però teoria e pratica in uno sforzo produttivo che rilanci l’economia del posto.
Altrimenti il tutto si tramuta in un’amara barzelletta, l’ennesima beffa ai danni di un paese che ancora si interroga su questioni anomale pubblicamente denunciate e mai risolte. Si pensi ad ultimare, sulla qual cosa si nutrono forti dubbi, la nuova caserma dei carabinieri, a far quadrare il bilancio comunale in modo da poter bandire concorsi e dare lavoro ai giovani invece di far piovere sempre sul “bagnato”.
Alfonso Maria Liguori