Assessore tra i clienti dello spaccio di stupefacenti a Pimonte

carabinieri-drogaNuovi particolari sull’indagine che ha portato all’operazione “Monti Lattari” scattata ieri mattina a Pimonte con 11 provvedimenti di custodia cautelare per spaccio di stupefacenti.

A essere punto di riferimento per lo spaccio, un vero e proprio supermaket con consegne a domicilio, ragazzi giovanissimi, talvolta incensurati, che fornivano cocaina e marijuana a decine di acquirenti. Ma la notizia che oggi desta più scalpore e che tra i tanti intercettati, le ordinazioni avvenivano per telefono, vi sarebbe anche un vigile del fuoco, un uomo delle forze dell’ordine e addirittura un assessore del Comune di Pimonte.

A mettere alle corde una organizzazione ben congegnata i militari dell’Arma che hanno ricomposto un nuovo quadro dello spaccio di stupefacenti in tutta l’area tra i Monti Lattari e la città di Castellammare di Stabia.

Il blitz scattato ieri mattina ha visto coinvolti sessanta militari con l’ausilio di unità cinofile: un arrestato è stato condotto in carcere, cinque indagati sono finiti ai domiciliari mentre per i restanti cinque il gip Elena Conte ha previsto l’obbligo di firma. A guidare l’organizzazione malavitosa Vincenzo Gargiulo, di 30 anni, conosciuto come “’O Russ”. Gargiulo utilizzava il territorio di Pimonte per vendere la droga al dettaglio e aveva, con ogni probabilità, come canali di approvvigionamento della marijuana le zone di Gragnano o di Lettere. aree dove viene coltivata la cannabis su terreno demaniale, e della cocaina l’area di Castellammare e Torre Annunziata. L’inchiesta è partita a seguito di un’attività svolta dai carabinieri di Sant’Antonio Abate nel febbraio del 2013. I militari in quell’occasione arrestarono due persone che avevano cercato di estorcere 100mila euro al titolare di una ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti. Uno dei due fermati era anche un assuntore di sostanze stupefacenti che si rivolgeva ad un altro acquirente per rifornirsi. La «traccia» nella quale si sono imbattute le autorità è stata seguita dai Carabinieri attraverso intercettazioni telefoniche che hanno poi portato al pusher Antonio Amato di 45 anni, coinvolto nel blitz di ieri.

Uno dei primi riscontri per i militari è stato l’arresto per detenzione di cocaina del 31enne Pietro Somma, avvenuto il 25 aprile 2013. La strada è quella giusta e le indagini svelano un’attività di spaccio molto redditizia che un gruppo ben organizzato di persone gestivano parlando con sicurezza utilizzando un linguaggio cifrato e fissando appuntamenti a qualsiasi ora del giorno e della notte. «Sto lavorando…porta uno spumante anche per me»: gli acquirenti, infatti, si rivolgevano ai pusher chiedendo di volta in volta «kinder bueno», «champagne», «vino» e così via per indicare dosi di cocaina.

Bar, piazze e il cimitero di Pimonte risultano essere i luoghi prestabiliti per lo spaccio come si evince dai circa settanta episodi di spaccio documentati dai Carabinieri. Dalle conversazioni intercettate è emerso come Gargiulo era il fondamentale riferimento per numerosi consumatori abituali della zona, tra i quali appunto anche esponenti delle forze dell’ordine e delle istituzioni locali, che si rivolgevano a loro per normali rifornimenti come per questioni di «credito».

pimonteCosa che lascia perplessi è che lo stesso assessore, in particolare, nelle conversazioni registrate nel corso dell’inchiesta, non mostra alcuna remora a presentarsi al pusher comunicando il suo ruolo istituzionale.

Il 30enne era anche un ottimo interlocutore per gli spacciatori che si alternavano sulla piazza, i quali erano sempre pronti a consegnare droga se sollecitati. Gargiulo, insomma, formalmente incensurato e l’unico a finire in carcere tra tutti gli indagati, utilizzava i suoi contatti in maniera astuta senza mai esporsi in prima persona ma facendo eseguire ad altri le cessioni da lui stesso ordinate.

 

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